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Azatioprina

Azatioprina

 

L’azatioprina si usa per prevenire il rigetto di un trapianto di reni. Inoltre può venire usato nella cura dei sintomi dell’artrite reumatoide.

 

Che cos’è l’azatioprina?

L’azatioprina fa parte della classe dei cosiddetti antimetaboliti. Opera ostacolando l’azione di certe cellule del sistema immunitario.

 

Come si prende l’azatioprina?

L’azatioprina si può assumere per bocca o tramite infusione in vena. Può dover essere presa combinata con altri medicinali.

 

Effetti collaterali dell’azatioprina

L’azatioprina può far diminuire la capacità dell’organismo di ostacolare le infezioni, ridurre la quantità di piastrine nel sangue o provocare altri problemi del sangue. Inoltre può accrescere il pericolo di leucoenefalopatia multifocale progressiva e, se presa per molto tempo, di tumori.

Tra gli altri suoi eventuali effetti collaterali troviamo anche nausea e vomito leggeri.

 

È fondamentale avvertire immediatamente un dottore in presenza di:

rash grave

orticaria

prurito

problemi respiratori

sensazione di oppressione o male al petto

gonfiore di bocca, viso, labbra o lingua

nausea, diarrea o vomito gravi o continui

capogiri

feci grasse

febbre, brividi o dolore alla gola continuo

minzione dolorosa o più copiosa del normale

dolori muscolari o articolari

vesciche o bozzi rossi e dolorosi su braccia, viso, collo o schiena

fiato corto

dolore allo stomaco

sintomi di disturbi epatici

lividi o emorragie

escrescenze inusuali

debolezza o stanchezza inusuali

cute calda, arrossata, gonfia o dolente

mutamenti nell’aspetto o nella dimensione di un neo

 

Controindicazioni e avvertenze

L’azatioprina può non essere indicata durante la gravidanza e in presenza di assunzione di agenti alchilanti, di febuxostat o di mercaptopurina.

Prima di prenderla è fondamentale avvertire il dottore:

di probabili allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, a ogni altro medicinale, a cibi o ad altre sostanze

dei farmaci, dei fitoterapici e degli integratori presi, menzionando nello specifico DMARD, agenti alchilanti, bloccanti del TNF, mercaptopurina, allopurinolo, aminosalicilati, ACE inibitori, doxorubicina, febuxostat, ribavirina, trimetoprim/sulfametoxazolo e anticoagulanti

se si soffre (o si ha sofferto) di disturbi renali, epatici o gastrointestinali, infezioni, tumori, disturbi al midollo osseo, anemia, bassi livelli di globuli bianchi o piastrine, emorragie o creazione di lividi insoliti e mancanze enzimatiche

in presenza di recenti trasfusioni di sangue

in presenza di vaccinazione recente o programmata

in presenza di gravidanza o allattamento

 

È fondamentale avvertire dottori, chirurghi e dentisti dell’assunzione di azatioprina. È meglio informarsi sull’utilizzo di metodi contraccettivi durante la cura.

Atovaquone

Atovaquone

 

L’Atovaquone si usa per prevenire e curare la polmonite provocata dal protozoo Pneumocystis carinii nelle persone che non possono prendere trimetoprim/sulfametossazolo.

 

Che cos’è l’Atovaquone?

L’Atovaquone si usa contro le infezioni da protozoi, però il suo meccanismo d’azione non è stato ancora completamente chiarito. Si ritiene che possa disturbare il metabolismo del parassita o che possa arrestarne o quantomeno frenarne lo sviluppo, collaborando così a sconfiggerlo.

 

Come si prende l’Atovaquone?

Di solito l’Atovaquone si prende per bocca in forma di sospensione.

 

Effetti collaterali dell’Atovaquone

Tra gli eventuali effetti collaterali dell’atovaquone si trovano anche:

diarrea

insonnia

capogiri

dolore alla testa

incremento della tosse

incremento della sudorazione

indigestione

calo dell’appetito

dolori muscolari

nausea

naso chiuso o che cola

dolore allo stomaco

vomito

debolezza

 

È sempre meglio avvertire immediatamente un dottore in presenza di:

rash

orticaria

prurito

problemi respiratori

sensazione di oppressione al petto

gonfiore di bocca, viso, labbra o lingua

ansia

depressione

mutamenti nella quantità di urine prodotte

urine scure

febbre

sintomi simil influenzali

feci pallide

cute che si desquama, arrossata, gonfia o con vesciche

dolore allo stomaco forte o continuo

fiato corto

lividi o emorragie

macchie bianche in bocca

ittero

 

Controindicazioni e avvertenze

L’Atovaquone può alterare le capacità di guidare e di manovrare macchinari pericolosi, principalmente se preso in combinazione con alcolici o con altri farmaci.

Prima di cominciare la cura è fondamentale avvertire il dottore:

di allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti o ad altri medicinali o cibi

dei farmaci, dei fitoterapici e degli integratori presi, menzionando nello specifico rifamicine, tetracicline e indinavir

se si soffre (o si ha sofferto) di disturbi gastrointestinali o epatici

in presenza di gravidanza o allattamento

Atazanavir

Atazanavir

 

L’atazanavir si usa nella cura delle infezioni da HIV.

 

Che cos’è l’atazanivir?

L’atazanivir è fatto da una miscela di un inibitore della proteasi dell’HIV – che opera arrestando lo sviluppo del virus – e un inibitore del metabolismo del medicinale – che incrementa l’azione dei medicinali per l’HIV.

 

Come si prende l’atazanivir?

L’atazanavir si prende per bocca. Va preso in combinazione con altri medicinali.

 

Effetti collaterali dell’ atazanivir

L’atazanavir può alterare la distribuzione del grasso corporeo, diminuire l’efficacia dei contraccettivi ormonali e provocare serie reazioni cutanee o gravi disturbi epatici. Può anche incrementare la funzionalità del sistema immunitario, far crescere gli zuccheri nel sangue e intensificare le emorragie in chi soffre di emofilia.

 

Tra gli altri suoi eventuali effetti collaterali troviamo anche:

diarrea

nausea

 

È fondamentale avvertire immediatamente un dottore in presenza di:

gonfiori a viso, gola, lingua o labbra, mani, caviglie o piedi

rash

prurito

orticaria

sensazione di oppressione al petto

sangue nelle urine

capogiri

svenimenti

febbre

battito cardiaco irregolare

senso di avere la testa leggera

dolori muscolari o articolari

minzione dolorosa

nausea o vomito forti o continui

male alla schiena o allo stomaco

disturbi renali

ittero

 

Controindicazioni e avvertenze

L’atazanavir può non essere indicato in presenza di problemi renali (nello specifico se già collegati all’assunzione di tenofovir o la dialisi) e di assunzione di alfusozina, apibaxan, avanafil, boceprevir, cisapride, dronedarone, efavirenz, derivati dell’ergot, etravirina, altri inibitori della proteasi dell’HIV, irinotecano, lovastatina, lurasidone, nevirapina, midazolam (per bocca), paclitaxel, pimozide, ranolazina, repaglinide, rifampicina, rivaroxaban, salmeterolo, simprevir, simvastatina, iperico, telaprevir, triazolam, sildenafil, tenofovir collegato all’assunzione recente di un medicinale che può ledere i reni o colchicina (in caso di disturbi renali o epatici).

Prima di prenderlo è sempre meglio avvertire il dottore:

di allergie al principio attivo, ad altri medicinali, ad altre sostanze o a cibi

dei farmaci, dei fitoterapici e degli integratori presi, nello specifico tenofovir, alfusozina, apibaxan, avanafil, boceprevir, cisapride, dronedarone, efavirenz, derivati dell’ergot, etravirina, altri inibitori della proteasi dell’HIV, irinotecano, lovastatina, lurasidone, nevirapina, midazolam (per bocca), paclitaxel, pimozide, ranolazina, repaglinide, rifampicina, rivaroxaban, salmeterolo, simprevir, simvastatina, iperico, telaprevir, triazolam, sildenafil e colchicina

se si prendono H2 antagonisti o PPI

se si soffre (o si ha sofferto) di disturbi renali, emofilia, diabete o iperglicemia, disturbi cardiaci, calcoli a reni o cistifellea o epatite B o C

se si è in dialisi

in presenza di gravidanza o allattamento

 

È fondamentale avvertire dottori, chirurghi e dentisti che si sta prendendo atazanavir.

 

Artemisinina

Artemisinina

 

L’Artemisinina si usa nella terapia della malaria. È efficiente contro tutte le specie di plasmodio, però è specialmente utile in presenza di infezioni da parassiti resistenti alla clorochina o multiresistenti ai medicinali. Il medicinale dà anche risultati nella cura della toxoplasmosi, della leishmaniosi e di infezioni da certe specie di Babesia. Sembra anche che abbia delle potenzialità come agente antitumorale.

 

Che cos’è l’Artemisina?

Si tratta di un medicinale antimalarico che elimina il plasmodio nello stadio di schizonte, quello che proviene dalla forma del parassita trasmessa dalla zanzara anofele dall’uomo e che si nutre dell’emoglobina esistente nei globuli rossi.

 

Come si prende l’Artemisina?

L’Artemisinina si può assumere per bocca, per via rettale o mediante iniezioni intramuscolari.

 

Di solito si usa combinaa con altri antimalarici distinti da una maggiore azione a lungo termine.

 

Effetti collaterali dell’Artemisina

La terapia con Artemisinina ha pochi effetti collaterali riconosciuti. Tra i più tipici troviamo:

nausea

vomito

dolori addominali

diarrea

sudorazione

pizzicore

acufeni

 

È meglio avvertire immediatamente un dottore in presenza di:

rash

orticaria

prurito

problemi respiratori

sensazione di oppressione al petto

gonfiore di bocca, viso, labbra o lingua

 

Controindicazioni e avvertenze

Prima di prendere Artemisinina è fondamentale avvertire il dottore:

di allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti o ad altri medicinali o cibi

dei farmaci, dei fitoterapici e degli integratori presi

delle patologie e dei problemi di salute di cui si soffre (o si ha sofferto)

in presenza di gravidanza o allattamento

È meglio avvertire dottori, chirurghi e dentisti della terapia con Artemisinina.

Apraclonidina

Apraclonidina

 

L’apraclonidina si usa nella cura a breve termine del glaucoma quando il trattamento a base di altri farmaci non è abbastanza a diminuire la pressione intraoculare.

 

Inoltre si usa per prevenire o minimizzare l’accrescimento di pressione intraoculare durante e dopo certe tipologie di interventi all’occhio con il laser.

 

Che cos’è l’apraclonidina?

L’apraclonidina opera minimizzando la quantità di fluidi dentro all’occhio. In questa maniera collabora alla riduzione della pressione intraoculare.

 

Come si prende l’apraclonidina?

L’apraclonidina viene assunta in forma di collirio.

 

Effetti collaterali dell’apraclonidina

Tra gli eventuali effetti collaterali dell’apraclonidina troviamo anche:

occhi rossi, gonfi o pruriginosi o incremento della lacrimazione

disturbo agli occhi

senso di corpo estraneo nell’occhio

battito cardiaco irregolare, rallentato o pesante

vista appannata

occhi pallidi o secchi

pupille dilatate

palpebre sollevate

diminuzione della capacità di coordinazione

carenza di energia

sonnolenza

insonnia

sogni inusuali

capogiri

dolore alla testa

depressione

irritabilità

male, bruciore o pizzicore a mani o piedi

cambiamento del gusto o dell’olfatto

secchezza della bocca

nausea

vomito

dolore allo stomaco

costipazione

diarrea

naso secco o che brucia

bruciore o pesantezza al torace

arrossamenti cutanei

rash

prurito

senso di caldo

palmi sudati o appicicaticci

diminuzione del desiderio sessuale

 

È fondamentale avvertire immediatamente un dottore in presenza di:

rash grave

orticaria

prurito

problemi respiratori

sensazione di oppressione al petto

gonfiore di bocca, viso, labbra o lingua

svenimenti

fiato corto

 

Controindicazioni e avvertenze

L’utilizzo dell’apraclonidina potrebbe non essere indicato in presenza di recente assunzione di MAO inibitori.

 

In presenza di uso di altri colliri è meglio metterlo almeno 5 minuti prima o dopo l’apraclonidina.

Prima della cura è fondamentale avvertire il dottore:

di possibili allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, a ogni altro medicinale (nello specifico alla clonidina), a cibi o ad altre sostanze

dei farmaci, dei fitoterapici e degli integratori presi, menzionando nello specifico antidepressivi, betabloccanti, digossina, altri medicinali contro il glaucoma, farmaci per la pressione elevata (per esempio clonidina), medicinali per l’ansia, patologie psichiatriche o convulsioni, antidolorifici narcotici, sedativi, medicinali per dormire e tranquillanti

se si soffre (o si ha sofferto) di depressione, diabete, pressione elevata, sindrome di Raynaud, tromboangiote obliterante, svenimenti o patologie cardiache, epatiche o renali

in presenza di infarto recente

in presenza di ictus o di attacco ischemico transitorio

in presenza di gravidanza o allattamento

 

È fondamentale avvertire i dottori, chirurghi e dentisti di aver preso apraclonide.

La terapia può alterare le capacità di guidare e di manovrare macchinari pericolosi. Inoltre può provocare capogiri quando ci si alza da posizione sdraiata o seduta; per questa ragione è fondamentale alzarsi facendo attenzione.

Amlodipina

Amlodipina

 

L’amlodipina si usa nella cura dell’angina o di altri problemi collegati a patologie coronariche. Inoltre si usa nella terapia della pressione elevata.

 

Che cos’è l’amlodipina?

Si tratta di un calcio antagonista. Opera dilatando i vasi sanguigni, favorendo così il flusso del sangue.

 

Come si prende l’amlodipina?

L’amlodipina si prende per bocca, in forma di pastiglie.

 

Effetti collaterali dell’amlodipina

Tra gli eventuali effetti collaterali dell’amlodipina troviamo anche:

dolore alla testa

capogiri

sonnolenza

stanchezza

dolore allo stomaco

vampate

 

È fondamentale andare immediatamente da un dottore in presenza di:

gonfiori a viso, gola, lingua o labbra, mani, caviglie o piedi

rash

prurito

orticaria

sensazione di oppressione al petto

male al petto in peggioramento

senso di svenimento

senso di colpi nel petto

dolore che si irradia al braccio o alle spalle, nausea, sudorazioni e senso di malessere generale

 

Controindicazioni e avvertenze

Prima della cura con amlodipina è meglio avvertire il dottore:

di allergie al principio attivo, ad altri medicinali, ad altre sostanze o a cibi

dei farmaci, dei fitoterapici e degli integratori presi, nello specifico altri medicinali per la pressione elevata come la simvastatina

se si soffre (o si ha sofferto) di stenosi aortica, scompenso cardiaco congestizio o patologie epatiche

in presenza di gravidanza o allattamento

 

Durante la cura è meglio evitare di consumare degli alcolici: minimizzando la pressione del sangue possono accrescere certi degli effetti collaterali dell’amlodopina. Inoltre è fondamentale rispettare le indicazioni del dottore sull’alimentazione da seguire, l’attività fisica da fare e gli altri possibili medicinali da prendere.

Infine, è meglio evitare di alzarsi troppo rapidamente da posizione sdraiata o seduta, a ragione degli eventuali capogiri provocati dall’assunzione del medicinale.

Sulfadiazina

Sulfadiazina

 

La Sulfadiazina si usa soprattutto per curare o prevenire la meningite meningococcica, la febbre reumatica o la toxoplasmosi.

 

Che cos’è la Sulfadiazina?

La Sulfadiazina blocca lo sviluppo e la proliferazione dei batteri disturbando la sintesi di acido folico da parte dei microbi.

Come si prende la Sulfadiazina?

Di solito la Sulfadiazina si prende per bocca in forma di pastiglie.

Effetti collaterali della Sulfadiazina

 

Tra gli eventuali effetti collaterali della Sulfadiazina troviamo :

capogiri

sonnolenza

dolore alla testa

gastrointestinali

perdita dell’appetito

nausea

vomito

 

È fondamentale avvertire immediatamente un dottore in presenza di:

rash

orticaria

prurito

problemi respiratori

senso di oppressione al petto

gonfiore di bocca, viso, labbra o lingua

sangue nelle feci

cianosi

urine scure

diminuzione nella quantità di urine prodotte

svenimenti

battito cardiaco accelerato

allucinazione

male alle articolazioni

irritazione al cavo orale o piaghe

pallore

dolore alla gola continuo o febbre

cute arrossata, vesciche o gonfiori

macchie rosse o violacee sottopelle

convulsioni

diarrea grave o continua

gravi scottature

male o crampi allo stomaco

problemi nella minzione

stanchezza o debolezza

irritazione o perdite vaginali

ittero

 

Avvertenze

La Sulfadiazina può alterare le capacità di guidare o di manovrare macchinari pericolosi; questo effetto si può accentuare con gli alcolici o con altri medicinali. Può accrescere la sensibilità della cute al sole, modificare i risultati degli esami delle urine in chi è affetto da diabete e, sempre nei diabetici, provocare ipoglicemia.

La Sulfadiazina non si deve mai prendere durante le ultime settimane di gravidanza e nei primi 2 mesi di allattamento, se si soffre di anemia collegata a mancanza di acido folico e in presenza di gravi malattie renali o blocco della vescica.

Inoltre prima di cominciare la cura è fondamentale avvertire il dottore:

di probabili allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti o a ogni altro medicinale (soprattutto ai sulfonamidi) o cibo

dei farmaci, dei fitoterapici e degli integratori presi, rammentando di menzionare nello specifico indometacina, probenecid, salicilati, anticoagulanti, metotressato, diuretici e sulfoniluree

se si soffre (o si ha sofferto) di diarrea, dolore alla gola, infezioni gastrointestinali, asma, disturbi epatici o renali, mancanze di G6PDH, porfiria o altre patologie del sangue

in presenza di gravidanza o allattamento

È, infine, fondamentale avvertire dottori, chirurghi e dentisti dell’assunzione di Sulfadiazina.

Sulfisoxazolo

Sulfisoxazolo

 

Il sulfisoxazolo si usa nella terapia e nella prevenzione di infezioni collegate a numerosi batteri, sia Gram-positivi che Gram-negativi.

Per esempio si utilizza nella terapia di infezioni delle vie urinarie serie, reiterate o continue, della meningite meningococcica, dell’otite media acuta, del tracoma, delle congiuntiviti da inclusione, le nocardiosi, la toxoplasmosi e del cancroide.

 

Che cos’è il Sulfisoxazolo?

Il sufisoxazolo ostacola i batteri dal generare acido folico bloccando l’enzima agente della sintesi di un suo precursore. In questa maniera inibisce lo sviluppo dei microrganismi.

Come si prende il Sulfisoxazolo?

Il sulfisoxazolo si prende per bocca.

 

Effetti collaterali del Sulfisoxazolo

Prendere a lungo o reiteratamente sulfisoxazolo può accrescere il pericolo di altre infezioni. Inoltre la cura può incrementare la sensibilità della cute al sole, può disturbare i test per la misurazione dei livelli di chetoni nelle urine e può provocare ipoglicemia.

Tra gli altri suoi eventuali effetti collaterali troviamo anche:

capogiri

sonnolenza

dolore alla testa

gas

perdita dell’appetito

nausea

vomito

 

È fondamentale avvertire immediatamente un dottore in presenza di:

rash

prurito

gonfiore a viso, occhi, labbra, lingua o gola

problemi respiratori

sensazione di oppressione al petto

sangue nelle feci

cianosi

urine scure

diminuzione delle urine prodotte

svenimenti

battito cardiaco accelerato

allucinazioni

mali articolari

irritazione del cavo orale

pallore

dolore alla gola continuo o febbre

cute arrossata, gonfia o con vesciche

macchie rosse o violacee sotto la cute

convulsioni

diarrea grave o continua

gravi reazioni al sole

male o crampi addominali

problemi di minzione

stanchezza o debolezza inusuali

irritazione o perdite vaginali

ittero

 

Avvertenze

Il sulfisoxazolo non è indicato al termine della gravidanza, nei primi due mesi di allattamento, in presenza di anemia da mancanza di acido folico, di seri problemi renali o di blocchi della vescica.

La cura può alterare le capacità di guidare o di manovrare macchinari pericolosi, principalmente se contemporanea a quella di alcolici o di altri medicinali.

Prima di prendere sulfisoxazolo è fondamentale avvertire il dottore:

di probabili allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, ad altri farmaci (nello specifico a sulfamidici), a cibi o a ogni altra sostanza

dei farmaci, dei fitoterapici e degli integratori presi, nello specifico anticoagulanti, metotressato e sulfoniluree

se si soffre (o si ha sofferto) di diarrea, dolore alla gola, infezioni gastrointestinali, asma, mancanza di G6PDH, patologie ematiche, epatiche o renali

in presenza di gravidanza o allattamento

Bisogna assolutamente avvertire dottori, chirurghi e dentisti dell’assunzione di sulfisoxazolo.

Sulpiride

Sulpiride

 

La Sulpiride viene utilizzato come antidepressivo, antipsicotico e aiuta la digestione.

Si usa principalmente nella terapia della schizofrenia, di cui minimizza frequenza e intensità dei sintomi. Inoltre può venire consigliato in presenza di altri disturbi psichiatrici, tipo la sindrome di Tourette e la corea.

 

Che cos’è la Sulpiride?

Si tratta di un antipsicotico. Blocca certi recettori per il neurotrasmettitore dopamina, alterando così l’attività cerebrale.

 

Come si prende la Sulpiride?

La Sulpiride si assume per bocca, di solito in forma di pastiglie da prendere due volte al dì.

 

Effetti collaterali della Sulpiride

Tra gli eventuali effetti collaterali della sulpiride troviamo anche:

sonnolenza

assenza di energie

crescita di peso

costipazione

disturbi nella sfera sessuale

impotenza e disturbi di eiaculazione

problemi a dormire

naso chiuso

confusione

vista appannata

sovraeccitazione

agitazione

aggressività

alterazione del colore della cute o degli occhi

crescita della sensibilità al sole

 

È fondamentale avvertire immediatamente un dottore in presenza di:

rash

orticaria

prurito

problemi respiratori

senso di oppressione al petto

gonfiore di bocca, viso, labbra o lingua

febbre elevata

rigidità muscolare

svenimenti

sonnolenza eccessiva

 

Avvertenze

La Sulpriride può alterare le capacità di guidare o di manovrare macchinari pericolosi; può anche aumentare la sensibilità al sole.

La Sulpiride non si deve prendere in combinazione con altri antipsicotici. Inoltre prima di cominciare la terapia è fondamentale avvertire il dottore:

di probabili allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti o a ogni altro medicinale o cibo

dei farmaci, dei fitoterapici e degli integratori presi, rammentando di menzionare nello specifico anticonvulsivanti, antidolorifici, antiaritmici, antidepressivi, antiepilettici, antistaminici, antimalarici, tranquillanti e medicinali per dormire

se si soffre (o si ha sofferto) di stati di agitazione o aggressività, disturbi renali, epatici o cardiaci, pressione elevata, disturbi respiratori, depressione, epilessia, ipertrofia prostatica, Parkinson, miastenia gravis, ittero, glaucoma a chiusura d’angolo, manie o ipomanie, porfiria, patologie del midollo osseo, feocromocitoma e tumore al seno dipendente dalla prolattina.

in presenza di gravidanza o allattamento

È fondamentale avvertire dottori, chirurghi e dentisti dell’assunzione di Sulpiride.

Tamoxifene

Tamoxifene

 

Il tamoxifene si usa nella terapia di certe forme di tumore al seno, sia nelle donne che negli uomini.

Può anche venire dato alle donne ad alto rischio di cancro al seno per minimizzare la probabilità che si sviluppi un tumore.

 

Che cos’è il tamoxifene?

Il tamoxifene opera fermando l’azione degli estrogeni, ormoni femminili di cui certe tipologie di tumore al seno necessitano per potersi sviluppare.

 

Come si prende il tamoxifene?

Di solito il tamoxifene si prende per bocca.

 

Effetti collaterali del tamoxifene

La terapia con tamoxifene può far crescere il pericolo di cancro all’utero, ictus o coaguli di sangue nei polmoni. Inoltre può minimizzare l’efficacia dei contraccettivi ormonali.

Tra gli altri suoi eventuali effetti collaterali troviamo anche:

vampate

perdite vaginali

dimagrimento

 

È meglio avvertire immediatamente un dottore in presenza di:

rash

orticaria

prurito

problemi respiratori

sensazione di oppressione al petto

gonfiore di bocca, viso, labbra o lingua

sintomi di ictus

sintomi di coaguli di sangue in un polmone (mali o disturbi respiratori) o nelle gambe (mali o disturbi alle gambe)

disturbi alla vista

perdite vaginali anomale

male o pressione nell’area pelvica

comparsa di nuovi noduli al seno

disturbi al fegato (per esempio nausea, ittero o feci color argilla)

livelli alti di calcio nel sangue

 

Avvertenze

Il tamoxifene non è indicato durante la gestazione e in presenza di assunzione di anticoagulanti.

Prima di cominciare la terapia è fondamentale avvertire il dottore:

di allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti o ad altri medicinali o cibi

dei farmaci, dei fitoterapici e degli integratori presi, nello specifico anticoagulanti

se si soffre (o si ha sofferto) di patologie epatiche, trigliceridi alti, cataratta, ictus o trombi

in presenza di chemio o radioterapia

in presenza di gravidanza o allattamento

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