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Raloxifene

Raloxifene

 

S’impiega al fine di ridurre il rischio di sviluppare tumori al seno invasivo in alcune donne che hanno già affrontato la menopausa.

E’ altresì utilizzato per trattare e prevenire l’osteoporosi in menopausa.

 

Che cos’è il raloxifene?

E’ un modulatore selettivo dei recettori estrogenici; bloccando quelli presenti nei tessuti dell’utero e della mammella, abbassa il rischio di tumore al seno invasivo.

Riduce anche la perdita di tessuto osseo e l’aumento della fragilità ossea con cui possono confrontarsi le donne dopo la menopausa.

 

Come si assume il raloxifene?

Si somministra per via orale, sotto forma di compresse.

 

Effetti collaterali del raloxifene

Fra i suoi possibili effetti indesiderati sono inclusi:

vampate di calore

aumento della sudorazione

dolori a livello articolare

crampi alle gambe

 

È importante rivolgersi subito ad un medico in caso di:

rash

orticaria

prurito

difficoltà a respirare

senso di pesantezza o oppressione o dolore al petto

gonfiore a bocca, volto, labbra o lingua

anomali perdite vaginali

dolore alla schiena o a un fianco

appannata della vista

perdita della vista

altri problemi alla vista

dolore, sensibilità, gonfiore, noduli o perdite a livello del seno

sangue nell’espettorato

stato di confusione

sintomi simil-influenzali

dolori, sensazione di calore o gonfiore a gambe o polpacci

debolezza a un singolo lato del corpo

fiato corto

difficoltà nel parlare

gonfiore a mani, braccia, gambe o piedi

emorragie

 

Controindicazioni e avvertenze

Non deve essere impiegato prima della menopausa, durante la gravidanza e l’allattamento, nel caso in cui si abbiano avuti con trombi nelle gambe, nei polmoni o negli occhi e se si stanno assumendo resine a scambio anionico o estrogeni.

L’assunzione del farmaco da parte degli uomini è sconsigliata.

Prima della cura è importante informare il medico:

circa la presenza di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, a qualsiasi altro farmaco, ad alimenti o ad altre sostanze

dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori già assunti in passato (in particolare estrogeni, diazepam, diazossido, lidocaina, resine a scambio anionico e anticoagulanti)

se si soffre (o si è sofferto in pregresso) di problemi al fegato o ai reni, problemi cardiovascolari, pressione alta, tumori (in particolare al seno) e sindrome da malassorbimento intestinale

in caso di ictus o attacco ischemico transitorio

in caso di rischio di ictus o problemi cardiaci

in presenza di gravi casi di trombosi in famiglia

in caso di donne gravide o in fase di allattamento

in caso di programmati interventi chirurgici programmati

se si è fumatori

se si bevono sostanze alcoliche

in caso di condizioni di salute molto precarie

se si hanno avuti valori di trigliceridi alti durante l’assunzione di estrogeni

Durante il trattamento, è importante ottemperare al programma di alimentazione e attività fisica prescritto dal curante.

È sempre importante fare sapere a medici, chirurghi e dentisti dell’assunzione di raloxifene, che dovrebbe essere interrotta almeno 72 ore prima di un intervento chirurgico o di una situazione che costringerà seduti e/o letto per un lungo periodo di tempo.

Inoltre, in caso di lunghi viaggi, è consigliato di evitare di rimanere seduti troppo a lungo e cercare invece di muoversi il più possibile.

Propiltiouracile

Propiltiouracile

 

E’ utilizzato per trattare l’ipertiroidismo.

 

Che cos’è il propiltiouracile?

Esso esplica la sua azione inibendo la sintesi della tiroxina e la sua conversione a triiodotironina.

 

Come si assume il propiltiouracile?

Si somministra sotto forma di compresse.

 

Effetti collaterali del propiltiouracile

Può causare gravi problemi epatici, al sangue o al midollo osseo. Può condurre altresì ad un abbassamento dei livelli ematici di piastrine.

Fra gli altri suoi possibili effetti collaterali si possono includere:

capogiri

lievi dolori muscolari

perdita o variazioni del senso del gusto

sensazione di sonnolenza

mal di testa

lieve perdita dei capelli

 

È importante ricorrere subito alle cure di un medico in caso di:

rash

orticaria

prurito

difficoltà a respirare

senso di pesantezza o oppressione al petto

gonfiore a bocca, volto, labbra o lingua

sintomi di un’infezione in corso

emorragie o lividi

gonfiore

insolite stanchezza o debolezza

cambiamenti nella quantità di urine

tosse con emissione di sangue

dolori a livello articolare

epidermide arrossata, gonfia, con vesciche o che si desquama

intorpidimenti o pizzicore alla pelle

linfonodi gonfi o dolenti

 

Controindicazioni e avvertenze

Prima di assumerlo è importante informare il medico:

circa la presenza di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, a qualsiasi altro farmaco, ad alimenti o ad altre sostanze

dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori già assunti in passato (in particolare betabloccanti, digossina, anticoagulanti e teofillina)

se si soffre (o si è sofferto in pregresso) di malattie epatiche, problemi del sangue o del midollo osseo, disturbi renali o problemi polmonari o respiratori

in caso di donne gravide o in fase di allattamento

Può compromettere le capacità di guida o di manovra di macchinari pericolosi; questo effetto indesiderato può essere aggravato dall’alcol e da alcuni medicinali.

È importante far sapere a medici, chirurghi e dentisti della sua assunzione.

Trametinib

Trametinib

 

Si prescrive nel trattamento del melanoma.

 

Che cos’è il trametinib?

Inibisce l’attività di enzimi che possono essere attivati in modo anomalo nelle cellule di melanoma.

 

Come si assume il trametinib?

Si somministra via bocca, da solo o in combinazione con il drabafenib.

La sua assunzione deve avvenire a stomaco vuoto (almeno un’ora prima o due ore dopo un pasto).

 

Effetti collaterali del trametinib

Può ridurre l’efficacia dei contraccettivi ormonali e compromettere la fertilità sia femminile che maschile. Può altresì aumentare il rischio di seri problemi cardiaci e alla vista, di sviluppare alcune forme tumorali o di gravi emorragie o trombi (soprattutto se assunto in combinazione con il dabrafenib). Infine – in combinazione con dabrafenib – può incrementare il livello di zucchero nel sangue e il rischio di febbre alta associata a pressione bassa, capogiri o problemi renali.

Fra gli altri suoi possibili effetti indesiderati si possono includere:

costipazione

tosse

calo dell’appetito

scariche di diarrea

epidermide secca

mal di testa

leggero mal di stomaco

dolori a livello muscolare o articolare

senso di nausea

sudorazioni notturne

stanchezza

conati di vomito

 

È fondamentale contattare subito un medico in caso di:

rash (anche se simile ad acne)

orticaria

prurito

difficoltà a respirare o problemi ai polmoni

senso di pesantezza o oppressione al petto

gonfiore a bocca, volto, labbra o lingua

sanguinamenti (gengivali, dal naso, dagli occhi, dal retto o dalla vagina)

sangue nelle urine

appannamento della vista

vesciche o piaghe in bocca

crampi, debolezza o dolori a livello muscolare

dolore, arrossamenti, gonfiore o sensibilità a mani, piedi o attorno alle unghie

pelle arrossata, gonfia, con vesciche o che si desquama

scariche di diarrea forti o persistenti

mal di testa, capogiri o sensazione di testa leggera forti o persistenti

improvviso o inatteso aumento di peso

gonfiore di mani, piedi o caviglie

 

Controindicazioni e avvertenze

Qualora si assumano di antiacidi, è bene chiedere al medico o al farmacista come comportarsi.

Prima della cura è importante informare il medico:

circa la presenza di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, a qualsiasi altro farmaco, ad alimenti o ad altre sostanze

in caso di assunzione, per il passato, di farmaci simili (ad esempio: dabrafenib)

dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori già assunti

se si soffre (o si è sofferto in pregresso) di problemi cardiaci, problemi alla vista, agli occhi o alla pelle, pressione alta, iperglicemia o diabete, disturbi epatici, renali, polmonari o respiratori

in caso di esposizione al sole per un lungo periodo di tempo

in caso di donne gravide o in fase di allattamento

È importante far sapere a medici, chirurghi e dentisti dell’assunzione di trametinib.

Durante la cura e per alcune settimane dopo la sua interruzione, le donne in età fertile devono utilizzare efficaci metodi anticoncezionali. È opportuno a tal proposito chiedere consiglio al proprio medico.

Toremifene

Toremifene

 

S’impiega per trattare i tumori al seno dipendenti dagli estrogeni o dalle caratteristiche sconosciute (in particolare nelle donne che hanno già affrontato la menopausa)

 

Che cos’è il toremifene?

E’ un antiestrogeno che blocca l’effetto degli ormoni estrogeni su alcuni tessuti, inclusi quelli del seno. In tal modo blocca la crescita dei tumori attivati da questi ormoni.

 

Come si assume il toremifene?

Viene somministrato per via orale sotto forma di compresse.

 

Effetti collaterali del toremifene

Può essere associato a prolungamento dell’intervallo QT.

Fra gli altri suoi possibili effetti indesiderati si possono includere:

capogiri

vampate di calore

dolori a livello articolare

calo dell’appetito

senso di nausea

sudorazioni

sensazione di stanchezza

perdite vaginali

conati di vomito

 

È importante rivolgersi subito ad un medico in caso di:

rash

orticaria

difficoltà a respirare

senso di pesantezza o oppressione o dolore al petto

gonfiore a bocca, volto, labbra o lingua

dolori, gonfiori, arrossamenti, riscaldamento o sensibilità a gambe o polpacci

problemi visivi

stato di confusione

sangue nell’espettorato

riduzione delle capacità coordinative

sintomi depressivi

svenimenti

febbre, brividi o mal di gola

arrossamenti

stati di allucinazione

battito irregolare

dolori a livello muscolare o osseo

intorpidimento di un braccio o di una gamba

debolezza da un singolo lato del corpo

sintomi convulsivi

fiato corto

indolenza

difficoltà a comunicare

mal di testa o vomito improvvisi o gravi

gonfiore a mani, caviglie o piedi

tremori

emorragie o lividi

emorragie vaginali

 

Controindicazioni e avvertenze

Il suo utilizzo può essere controindicato in caso di prolungamento dell’intervallo QT o sindrome del QT lungo, ondansetron, bassi livelli di potassio o magnesio nel sangue e in caso di assunzione di clozapina o quetiapina. E’ indicato solo nelle donne in post menopausa.

Durante il trattamento non bisogna consumare pompelmo, né berne il succo.

Prima della cura è consigliabile informare il medico:

circa la presenza di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, a qualsiasi altro farmaco, ad alimenti o ad altre sostanze

dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori già assunti in passato (in particolare antiaritmici, arsenico, domperidone, droperidolo, granisetron, alofantrina, astemizolo, bepridil, clorochina, pimozide, qutiapina, chinoloni, romidepsina, tacrolimus, terfenadina, tetrabenazina, antidepressivi triciclici, inibitori delle tirosinchinasi, vandetanib, vemurafenib, venlafaxina,ziprasidone, fluorouracile, diuretici, antifungini azolici, mitomicina C, nefazodone, inbitori della proteasi, telitromicina, carbamazepina, cisapride, clozapina, crizotinib, dolasetron, aloperidolo, macrolidi, maprotilina, metadone, nilotinib, ondansetron, paliperidone, pentamidina, fenotiazine, dexametasone, idantoine, fenobarbital, rifamicine, iperico, anticoagulanti e qualunque farmaco che potrebbe aumentare il rischio di prolungamento dell’intervallo QT)

se si soffre (o si è sofferto nel pregresso) di trombi, problemi cardiaci o epatici, tumori alle ossa o altre forme di cancro, crescite anomale dell’endometrio o anomalie negli elettroliti nel sangue

in caso di gravidanza o allattamento

Il toremifene può compromettere le capacità di guida e di manovra di macchinari pericolosi; tale effetto collaterale può essere aggravato dal consumo di alcol e dall’impiego di alcuni medicinali.

Teriflunomide

Teriflunomide

 

Si prescrive nel trattamento di alcune forme di sclerosi multipla.

 

Che cos’è la teriflunomide?

E’ un inibitore della sintesi delle pirimidine il cui esatto meccanismo di azione non è ancora stato delucidato.

 

Come si assume la teriflunomide?

Viene somministrata via bocca, sotto forma di compresse.

 

Effetti collaterali della teriflunomide

Può ridurre il numero di piastrine e le capacità dell’organismo di combattere le infezioni. In rari casi il suo impiego può essere associato a gravi reazioni cutanee (come la necrolisi epidermica tossica).

Fra gli altri suoi possibili effetti indesiderati sono inclusi:

scariche di diarrea

sintomi simil-influenzali

perdita o assottigliamento dei capelli

mal di testa

dolori a livello muscolare

senso di nausea

naso chiuso o che cola

 

Occorre rivolgersi immediatamente ad un medico in caso di:

appannamento della vista

battito accelerato o irregolare

crampi muscolari

problemi respiratori (nuovi o in peggioramento)

bruciori, intorpidimenti o pizzicori (nuovi o in peggioramento)

epidermide arrossata, gonfia, con vesciche o che si desquama

alta pressione

infezioni

problemi renali

problemi epatici

emorragie o lividi

rash

orticaria

prurito

difficoltà a respirare

senso di pesantezza o oppressione o dolore al petto

gonfiore a bocca, volto, labbra o lingua

stato d’ansia

vesciche nel naso o in bocca

insolite stanchezza o debolezza

pallore

 

Controindicazioni e avvertenze

E’ controindicata durante gravidanza e allattamento, in presenza di gravi infezioni non controllate, di forti indebolimenti del sistema immunitario, di gravi problemi epatici problemi al midollo osseo o di test della funzionalità epatica alterati e in caso di assunzione di leflunomide.

La sua sicurezza in presenza di tubercolosi non è stata ancora scientificamente accertata. Per questo motivo, prima di iniziare la cura potrebbe essere necessario sottoporsi ai test per escludere la malattia.

 

Prima della somministrazione è inoltre rendere edotto il medico:

circa la presenza di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, a qualsiasi altro farmaco, ad alimenti o ad altre sostanze

dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori già assunti in passato (in particolare leflunomide, colestiramina, atorvastatina, cefaclor, cimetidina, cirpofloxacina, furosemide, ketoprofene, nateglinide, contraccettivi orali, , anticoagulanti, duloxetina, teofillina, tizanidina, metotressato, paclitaxel, penicillina G, pioglitazone, pravastatina, repaglinide, rosiglitazone, rosuvastatina, simvastatina, zidovudina, alosetron, rifampicina, farmaci che possono causare il sistema immunitario, causare problemi ai nervi o danneggiare il fegato)

in caso di recente assunzione di altri medicinali contro la sclerosi multipla, per trattare un tumore o che potrebbero sopprimere il sistema immunitario

se si soffre (o si è sofferto in pregresso) di problemi polmonari o respiratori, problemi al midollo osseo o al sangue, diabete, problemi epatici o renali, infezioni, febbre, intorpidimenti o pizzicore a mani o piedi diversi da quelli associati alla sclerosi multipla

in caso di test della funzionalità epatica con risultati alterati

in caso di vaccinazione (recente o programmata)

in caso di indebolimento del sistema immunitario

se si bevono sostanze alcoliche

in caso di dialisi

in caso di gravi reazioni cutanee conseguenti all’assunzione di farmaci

in caso di donne gravide o in fase di allattamento

 

Il trattamento non deve mai esser sospeso senza previa autorizzazione medica.

Durante la cura e nei sei mesi successivi alla sua interruzione, non bisogna sottoporsi a vaccini vivi.

La teriflonomide può compromettere le capacità di guida o di manovra di macchinari pericolosi; tale effetto collaterale può essere aggravato dall’assunzione di alcol e da alcuni medicinali.

Tenecteplase

Tenecteplase

 

Viene principalmente utilizzato per prevenire il decesso associato a un infarto acuto del miocardio.

 

Che cos’è il tenecteplase?

E’ un attivatore tissutale del plasminogeno che promuove la sintesi di una sostanza in grado di dissolvere i coaguli di sangue potenzialmente dannosi per la salute.

 

Come si assume il tenecteplase?

Si somministra mediante infusioni direttamente in vena.

 

Effetti collaterali del tenecteplase

Può aumentare il rischio di emorragie. Fra gli altri suoi possibili effetti indesiderati sono inclusi:

senso di nausea

conati di vomito

stato febbrile

 

È importante ricorrere subito alle cure medico in caso di:

rash

orticaria

prurito

difficoltà a respirare

senso di pesantezza o oppressione o dolore al petto

gonfiore a bocca, volto, labbra o lingua

emorragie o lividi

imminente sensazione di svenimento

battito rallentato o irregolare

cambiamenti della cute, come decolorazione

gonfiori diffusi

sensazione di caldo

stato febbrile

dolore

improvviso dolore a gambe o piedi, dita violacee, ulcere ai piedi

gonfiore, forti dolori o sintomi di infezione alle dita di mani o piedi

debolezza a livello muscolare o perdita della funzione dei muscoli

perdita del controllo dell’intestino o della vescica

forte dolore alla parte alta dello stomaco che si irradia alla schiena

intorpidimento, debolezza o pizzicore a gambe o piedi

improvvisi intorpidimenti o debolezza

difficoltà a parlare o a mantenere l’equilibrio

problemi visivi

minzione ridotta

dolore, sensibilità o debolezza muscolare ingiustificate, soprattutto in presenza di febbre, stanchezza insolita e urine scure

 

Controindicazioni e avvertenze

Potrebbe essere controindicato in caso di emorragie interne, ictus e traumi, interventi chirurgici al cervello o al midollo spinale negli ultimi 2 mesi, pressione alta, tumori al cervello, aneurismi, malattie emorragiche o problemi di coagulazione e malattie genetiche che colpiscono i vasi sanguigni cerebrali

Prima della somministrazione è importante informare il medico:

circa la presenza di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, a qualsiasi altro farmaco, ad alimenti o ad altre sostanze

dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori già assunti in passato (in particolare anticoagulanti, dipiridamolo, aspirina, eparina o altri farmaci per il trattamento o la prevenzione dei coaguli di sangue)

se si soffre (o si è sofferto nel pregresso) di emorragie interne, pressione alta, tumori cerebrali, endocardite batterica, emorragie gastrointestinali o delle vie urinarie, malattie epatiche o renali, aneurismi, malattie genetiche che colpiscono i vasi sanguigni cerebrali ed ictus

in caso di recenti biopsie

in caso di recente parto

in caso di gravidanza o allattamento

in caso di recenti traumi

in caso di recenti interventi chirurgici

 

Sunitinib

Sunitinib

 

E’ prescritto per il trattamento di alcune forme di cancro (all’esofago, allo stomaco o all’intestino in alcune tipologie di pazienti).

Trova altresì utilizzo per la cura di alcuni tipi di tumore al rene o al pancreas.

 

Che cos’è il sunitinib?

Contribuisce a contrastare la crescita delle cellule tumorali inibendo gli enzimi chinasi.

 

Come si assume il sunitinib?

E’ somministrato via bocca, in genere sotto forma di capsule.

 

Effetti collaterali del sunitib

Può causare gravi problemi al fegato, sindrome da lisi tumorale, decolorazione di pelle e capelli, encefalopatia posteriore reversibile, problemi alla mascella, gravi reazioni cutanee, gravi problemi del sangue e al cuore. Può anche aumentare le proteine nelle urine e nei reni e ridurre la glicemia, il numero di piastrine e la capacità dell’organismo di combattere le infezioni.

Fra gli altri suoi possibili effetti collaterali si possono includere:

mal di testa

indigestione

leggera perdita dell’appetito o mal di stomaco

bocca e lingua gonfie o irritate

senso di nausea

fastidi allo stomaco

sensazione di stanchezza

difficoltà nel dormire

dolori a braccia o gambe

dolori alla schiena o alle articolazioni

variazioni del gusto

stato di costipazione

scariche di diarrea

capogiri

epidermide secca, spessa o screpolata

conati di vomito

debolezza

perdita di peso corporeo

 

È importante ricorrere subito alle cure di un medico in caso di:

febbre, brividi o mal di gola o tosse persistente

sbalzi d’umore o del comportamento

debolezza, dolore o sensibilità a livello muscolare

intorpidimento o pizzicore a mani o piedi

debolezza da un singolo lato del corpo

grave dolore o gonfiore di stomaco

cambiamenti del colore della pelle, arrossamenti, surriscaldamento o gonfiore

difficoltà nel parlare

dolore o gonfiore alla mascella

emorragie

problemi epatici

complicanze alla tiroide

problemi al surrene

problemi visivi

rash

orticaria

prurito

difficoltà a respirare

senso di pesantezza o oppressione o dolore al petto

gonfiore a bocca, volto, labbra o lingua

insolita raucedine

dolore, arrossamenti, gonfiore o sensibilità a braccia, polpacci o gambe

vesciche o rash su palmi o piante dei piedi

stato di confusione

svenimenti

battito accelerato, rallentato o irregolare

 

Controindicazioni e avvertenze

Ne può essere sconsigliato l’impiego in caso di anomalie nei test per la funzionalità epatica o problemi al fegato (scatenati dal sunitinib stesso e in caso di assunzione di iperico).

Durante la cura non si deve mangiare pompelmo né berne il succo.

 

Prima del trattamento è importante rendere edotto il medico:

circa la presenza di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, a qualsiasi altro farmaco, ad alimenti o ad altre sostanze

dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori già assunti in passato, citando in particolare i bisfosfonati e l’iperico

se si sono mai assunti bisfosfonati

se si soffre (o si è sofferto in pregresso) di problemi renali, epatici o muscolari, scompenso cardiaco congestizio, angina, battito cardiaco irregolare o rallentato o altri problemi al cuore, gonfiore o vesciche in bocca, intorpidimenti o senso di pesantezza alla mascella, perdita di denti, infezioni, embolia polmonare, problemi o interventi chirurgici ai vasi sanguigni, diabete, ipoglicemia o iperglicemia, pressione alta, problemi nei livelli di elettroliti nel sangue, disturbi emorragici, problemi ai surreni o alla tiroide, problemi ai denti, convulsioni, dolore a bocca, denti o mascella

in caso di insufficiente igiene orale

in caso di rischio di complicanze cardiovascolari

in caso di recenti ictus o attacco ischemico transitorio

in caso di dialisi

in caso di recenti traumi

in caso di programmati interventi chirurgici

in caso di donne gravide o in fase di allattamento

Durante il trattamento è consigliabile curare l’igiene e la salute dentale ed evitare determinate procedure dentistiche.

Le donne in età fertile devono altresì impiegare efficaci metodi contraccettivi.

Sucralfato

Sucralfato

 

S’impiega per trattare e prevenire la ricomparsa delle ulcere duodenali. Può essere altresì somministrato – in combinazioni con altri farmaci, ad esempio antibiotici – per trattare e prevenire la ricomparsa delle ulcere causate da alcune infezioni batteriche (in particolare quelle da Helicobacter pylori).

 

Come funziona il Sucralfato?

E’ un principio attivo dall’effetto protettivo nei confronti delle cellule che aderisce ai tessuti danneggiati dalle ulcere e li difende dagli acidi e dagli enzimi al fine di favorirne la guarigione.

 

Come si assume il Sucralfato?

Viene somministrato via bocca, di solito sotto forma di compresse o soluzioni liquide. Il trattamento delle ulcere richiede generalmente l’assunzione di quattro dosi giornaliere e può durare fino a otto settimane, mentre quello per prevenirne la ricomparsa è in genere basato sulla somministrazione di due compresse al dì.

Deve essere assunto a stomaco vuoto, due ore dopo o un’ora prima dei pasti.

 

Effetti collaterali del Sucralfato

Il principale effetto indesiderato associabile al suo utilizzo è la costipazione.

È opportuno contattare subito un medico in caso di:

difficoltà a respirare

difficoltà a deglutire

gonfiore a volto, gola, lingua e labbra

orticaria

rash

prurito

 

Controindicazioni e avvertenze del Sucralfato

Eventuali antiacidi devono essere somministrati almeno mezz’ora prima o dopo il Sucralfato.

Prima di assumerlo è inoltre necessario informare il medico:

circa la presenza di allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti o a qualunque altro farmaco

di medicinali, dei fitoterapici e degli integratori già assunti in passato (citando in particolare anticoagulanti, cimetidinanorfloxacina, ofloxacina, fenitoina, quinidina, ranitidina, sparfloxacina, tetraciclina, , cinoxacina, ciprofloxacina, digossina, enoxacina, ketoconazolo, levofloxacina, levotiroxina, lomefloxacina, acido nalidixico e teofillina)

se si soffre (o si è sofferto nel pregresso) di malattie renali, diabete, disturbi gastrointestinali o qualsiasi condizione che possa causare difficoltà a deglutire o tossire

in caso di donne gravide o in fase di allattamento

Stiripentolo

Stiripentolo

 

S’impiega nel trattamento di alcune forme di epilessia nei bambini. Nello specifico, trova applicazione nei casi in cui altri medicinali non siano risultati efficaci nel trattamento dell’epilessia mioclonica grave dell’infanzia (nota anche come sindrome di Dravet).

 

Che cos’è lo Stiripentolo?

E’ un anticonvulsivante il cui esatto meccanismo di funzionamento non è noto; si ritiene che apporti a un aumento della trasmissione dell’impulso nervoso dipendente dal neurotrasmettitore acido gamma-amminobutirrico.

 

Come si assume lo Stiripentolo?

Si somministra per via orale.

 

Effetti collaterali dello Stirpentolo

Fra i suoi possibili effetti indesiderati sono inclusi:

senso di nausea

conati di vomito

aggressività

anoressia

atassia (tremori)

stato di sonnolenza

eccitabilità

È importante rivolgersi subito ad un medico in caso di:

rash

prurito

gonfiore a volto, occhi, labbra, lingua o gola

difficoltà a respirare

senso di pesantezza o oppressione al petto

 

Avvertenze

Il farmaco non è indicato per l’età neonatale.

Prima della cura è importante informare il medico:

circa la presenza di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, ad altri medicinali, ad alimenti o a qualsiasi altra sostanza

dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori già assunti in passato (in particolare altri anticonvulsivanti, carbamazepina, clobazam, fenobarbital, primidone, fenitoina e diazepam)

delle malattie e dei disturbi di salute di cui il bambino soffre (o abbia sofferto nel pregresso)

Sotalolo

Sotalolo

 

Si somministra in presenza di alcune anomalie del battito cardiaco (come la fibrillazione atriale) al fine di mantenere una frequenza regolare.

 

Che cos’è il Sotalolo?

E’ un antiaritmico che promuove il mantenimento della regolarità del battito cardiaco.

 

Come si assume il Sotalolo?

Si somministra per via orale (in genere sotto forma di compresse o soluzione) o mediante iniezioni direttamente in vena.

 

Effetti collaterali del Sotalolo

Il suo utilizzo può condurre ad un prolungamento dell’intervallo QT; il rischio di eventuali gravi irregolarità del battito cardiaco è maggiore nel sesso femminile. Può altresì influenzare i risultati di alcune analisi di laboratorio e i livelli di zuccheri nel sangue e mascherare i sintomi di ipoglicemia (in chi già soffra di diabete) e quelli dell’ipertiroidismo.

Fra gli altri suoi possibili effetti indesiderati sono inclusi:

scariche di diarrea

capogiri

sensazione di stanchezza

conati di vomito

stato di debolezza

mal di testa

senso di nausea

 

È importante contattare celermente un medico in caso di:

rash

prurito

gonfiore a volto, occhi, labbra, lingua o gola

difficoltà a respirare

nuove irregolarità cardiache o peggioramento di quelle preesistenti

capogiri o stanchezza, gravi o persistenti

fiato corto

improvviso e immotivato aumento di peso

gonfiore a mani, caviglie, gambe i piedi

senso di oppressione o dolore al petto

svenimenti

battito accelerato o rallentato

inconsueta sudorazione

 

Complicazioni e avvertenze

Il trattamento a base di tale farmaco non è adatto per tutte le anomalie del battito cardiaco; oltre ad alcuni problemi cardiaci anche altre condizioni – come gravi disturbi renali, asma o altri problemi respiratori, bassi livelli di potassio o magnesio ed essere portatori di pacemaker – possono controindicare l’assunzione del farmaco. Non deve essere inoltre assunto insieme ad altri antiaritmici, agli antidepressivi triciclici o a qualsiasi medicinale che aumenta il rischio di prolungamento dell’intervallo QT.

In caso di contemporaneo trattamento con antiacidi contenenti alluminio o magnesio, è necessario assumerli almeno 2 ore prima o dopo il sotalolo.

Il suo impiego può compromettere le capacità di guida o di manovra di macchinari pericolosi, soprattutto se concomitante a quella di alcolici o di altri farmaci. Inoltre la febbre, l’alcol, l’attività fisica e il caldo possono aumentare il rischio di capogiri e svenimenti associabili alla cura, soprattutto al mattino quando ci si alza dal letto.

Prima di assumerlo è importante informare il medico:

circa la presenza di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, ad altri medicinali, ad alimenti o a qualsiasi altra sostanza

dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori già assunti in passato (in particolare altri antiaritmici, calcio antagonisti, fenotiazine, chinoloni, antidepressivi triciclici, beta agonisti, epinefrina, insulina, clonidina, digossina, diuretici, guanetidina, reserpina, macrolidi, ketolidi e altri medicinali contro il diabete)

se si è assunto un antiaritmico nel recente passato

se si soffre (o si è sofferto in pregresso) di altri disturbi cardiaci, problemi respiratori o polmonari, problemi nel flusso del sangue, negli elettroliti presenti al suo interno (ad esempio potassio o magnesio) o nei livelli di acidi o basi nell’organismo, pressione bassa, ipoglicemia, ipertiroidismo, disturbi renali, diabete e tumori al surrene

in caso di programmato intervento chirurgico

in caso di donne gravide in fase di allattamento

È sempre necessario far sapere a medici, chirurghi e dentisti dell’assunzione di sotalolo.

La sua assunzione non deve essere mai interrotta senza previo consenso medico.

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