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Fagioli

Fagioli

 

Che cosa sono i fagioli?

I fagioli (Phaseolus vulgaris) sono i semi di una pianta erbacea che appartiene alla famiglia delle Leguminose Papillionacee. Esistono moltissime tipologie di fagiolo: si suppone che siano più di 500. In Italia le varietà più comuni sono il fagiolo borlotto e il cannellino, consumate in tutto il territorio nazionale, nonostante vengano affiancate in molte cucine regionali da varietà di fagioli tipiche di alcune zone della penisola come i fagioli all’occhio, i fagioli neri, i fagioli zolfini (tipici della Toscana), i fagioli Lamon (che provengono dal Veneto).

 

Che proprietà nutrizionali hanno i fagioli?

100 grammi di fagioli cotti (bolliti in acqua distillata senza aggiunta di sale e scolati) apportano circa 102 Calorie, suddivise in 31% di proteine, 6% di lipidi, 63% di carboidrati

 

In particolare, 100 grammi di fagioli (bolliti in acqua distillata senza aggiunta di sale e scolati) contengono circa:

70 g di acqua

7,9 g di proteine

0,7 g di lipidi

17 g di carboidrati

14,4 g di amido

1,2 g di zuccheri solubili

7,8 g di fibra totale (fibra solubile 1,05 g e fibra insolubile 6.78 g)

2 mg di ferro

0,2 mg di zinco

1,4 µg di selenio

Possibili effetti collaterali dei fagioli

Non esistono a oggi testimonianze di condizioni in cui il consumo di fagioli potrebbe interferire con farmaci o altre sostanze.

Stagionalità dei fagioli

I fagioli freschi si raccolgono in estate, ma sono presenti nei supermercati durante tutto l’anno in quanto il loro consumo avviene anche previa essiccazione. I fagioli vengono inoltre venduti in barattolo, quindi utilizzati già lessati.

 

Possibili benefici e controindicazioni dei fagioli

Come tutti i legumi, i fagioli hanno diverse proprietà benefiche. Tra le caratteristiche principali la più considerevole è sicuramente il loro elevato contenuto di fibre, che favorisce il funzionamento dell’intestino e comporta un senso di sazietà. I fagioli contengono anche la lecitina che viene considerata un valido aiuto per contrastare l’eccesso di colesterolo nel sangue: l’azione di questa sostanza, infatti, consiste nello sciogliere i lipidi impedendone il deposito nel sangue. Alcuni studi sostengono che i fagioli potrebbero essere un valido aiuto contro l’aterosclerosi, ma questa proprietà deve essere ancora scientificamente convalidata. Inoltre nei fagioli sono contenute discrete quantità di calcio, fosforo, potassio e ferro, anche se i dati possono variare notevolmente da varietà a varietà. Infine, sembra che i baccelli di fagiolo abbiano proprietà diuretiche e antidiabetiche.

Non si ha nota di controindicazioni al loro consumo, eccetto casi di allergie specifici. Tuttavia, come nel caso di tutti gli altri legumi, è consigliabile non consumare troppi fagioli in caso di predisposizione a problemi intestinali, come la colite, che potrebbero peggiorare con l’assunzione di questo alimento.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Erba cipollina

Erba cipollina

 

Che cos’è l’erba cipollina?

L’erba cipollina (Allium schoenoprasum) è una pianta aromatica che appartiene alla famiglia delle Liliaceae, al genere Allium e alla classe Lioliopsida. Si trova diffusa principalmente in Europa e nel Nord America; in Italia è presente soprattutto nelle Alpi e negli Appennini settentrionali.

 

Che proprietà nutrizionali ha l’erba cipollina?

100 g di erba cipollina apportano:

30 Calorie

90,65 g di acqua

14,31 g di proteine

0,73 g di lipidi

2,5 g di fibre

4,35 g di carboidrati

Fra le vitamine e i minerali, 100 g di erba cipollina apportano:

105 µg di folati

218 µg di vitamina A (retinolo equivalente)

3,86 mg di vitamina B1

0,37 mg di vitamina B2

0,13 mg di vitamina B6

0,07 mg di tiamina

0,11 mg di riboflavina

0,64 mg di niacina

58,1 mg di vitamina C

0,21 mg di vitamina E

212,7 µg di vitamina K

1,60 mg di ferro

92 mg di calcio

58 mg di fosforo

42 mg di magnesio

296 mg di potassio

3 mg di sodio

0,56 mg di zinco

 

Possibili effetti collaterali dell’erba cipollina

Non si hanno notifiche riguardo a eventuali interazioni tra l’assunzione di erba cipollina e il consumo di farmaci o di altre sostanze. È consigliabile chiedere informazioni al proprio medico in caso di dubbi.

 

Stagionalità dell’erba cipollina

La maturazione dell’erba cipollina si ha nel periodo tra aprile e maggio.

 

Possibili benefici e controindicazioni dell’erba cipollina

L’erba cipollina è un alimento ipocalorico, con pochi grassi ma molte vitamine e molti minerali. In particolare, ha un elevato contenuto di vitamina C, che in virtù delle sue proprietà antiossidanti, potenzia le difese immunitarie dell’organismo. L’alta quantità di potassio in essa contenuto, inoltre, contribuisce a mantenere sotto controllo la pressione sanguigna. La pianta è anche ricca di fibre, che favoriscono il funzionamento dell’intestino, contrastano la stitichezza e facilitano il regolare assorbimento di colesterolo e zuccheri, contribuendo a contrastare l’ipercolesterolemia e l’ipoglicemia. Nell’erba cipollina sono presenti anche folati, che stimolano il corretto sviluppo del sistema nervoso durante la gravidanza. Infine, contiene la vitamina K, che promuove una buona coagulazione del sangue.

Il consumo di erba cipollina non provoca, solitamente, effetti collaterali. Tuttavia, esiste la possibilità che provochi l’irritazione dello stomaco, se consumata in quantità eccessive.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Mais

Mais

 

Che cos’è il mais?

Il mais (Zea mays) è una specie che appartiene alla famiglia delle Poaceae ed è la pianta di interesse commerciale più coltivata al mondo. Ne esistono diverse varietà. È importante distinguere il mais utilizzato per la produzione della maggior parte dei prodotti industriali dal cosiddetto mais dolce.

 

Che proprietà nutrizionali ha il mais?

100 g di mais apportano:

365 Calorie, circa

10,37 g di acqua

9,42 g di proteine

4,74 g di lipidi, fra cui 0,667 g di acidi grassi saturi, 1,251 g di acidi grassi monoinsaturi e 2,163 g di acidi grassi polinsaturi

74,26 g di carboidrati, fra cui 0,64 g di zuccheri e 7,3 g di fibre

214 UI di vitamina A

3,627 mg di niacina

0,622 mg di vitamina B6

0,49 mg di vitamina E

0,385 mg di tiamina

0,201 mg di riboflavina

19 µg di folati

0,3 µg di vitamina K

287 mg di potassio

210 mg di fosforo

127 mg di magnesio

35 mg di sodio

7 mg di calcio

2,71 mg di ferro

2,21 mg di zinco

In base alla varietà considerata, il mais può rappresentare anche una fonte di quantità variabili di molecole come antocianine, beta-carotene, acido caffeico, acido cumarico, acido ferulico, luteina/zeaxantina, acido siringico, acido vanillico e acido protocatecuico.

 

Possibili effetti collaterali del mais

Non si ha evidenza di eventuali interazioni tra il consumo di mais e l’assunzione di farmaci o altre sostanze. È consigliabile consultare il proprio medico in caso di dubbi.

 

Stagionalità del mais

Il mais è disponibile sul mercato tutto l’anno. Solitamente se ne effettua la raccolta nel periodo compreso tra i mesi di agosto e settembre.

 

Possibili benefici e controindicazioni

Il mais costituisce una buona fonte di carboidrati e contiene anche diversi antiossidanti, come vitamina A e carotenoidi, vitamina C e vitamina E. Inoltre fornisce un buon apporto di molecole che contribuiscono al buon funzionamento dell’organismo (in particolare di vitamine del gruppo B), dello sviluppo del sistema nervoso durante la gestazione (i folati), dell’apparato cardiocircolatorio (il potassio, le fibre e gli acidi grassi insaturi), di ossa e denti (fosforo, calcio, magnesio e vitamina K) e della coagulazione (vitamina K). Il mais, inoltre, fornisce il ferro, importante per la produzione dei globuli rossi.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Malva

Malva

 

Che cos’è la malva?

La malva (Malva L) è una pianta che appartiene alla famiglia delle Malvaceae, la stessa cui appartiene anche il cotone. Sia le foglie che le radici e i fiori di Malva sylvestris sono commestibili e hanno una lunga tradizione d’impiego in ambito medicinale; questa specie ha origini nelle aree temperate dell’Asia e dell’Europa e cresce spontaneamente nei prati.

 

Che proprietà nutrizionali ha la malva?

La malva solitamente è impiegata sotto forma di infusi. I preparati che la contengono, senza l’eventuale aggiunta di zucchero, sono poco calorici e forniscono un apporto minimo di lipidi. La malva è una fonte di vitamina A.

 

Possibili effetti collaterali della malva

Non si ha testimonianza dell’esistenza di condizioni in cui il consumo di malva possa interferire con l’assunzione di farmaci o di altre sostanze. È consigliabile consultare il medico in caso di dubbi.

 

Stagionalità della malva

Le foglie e i fiori della malva si raccolgono da giugno a settembre. I fiori, in special modo, vanno raccolti quando sono appena sbocciati o ancora in boccioli. La malva essiccata è però disponibile sul mercato per tutto l’anno.

 

Possibili benefici e controindicazioni

La malva viene impiegata per le sue proprietà leggermente lassative, diuretiche e antinfiammatorie che possono portare a un effetto emolliente ed espettorante, utile nei casi in cui sia necessario facilitare l’eliminazione del muco dall’organismo. Nei fiori è presente proprio una sostanza simile al muco che aiuta invece a proteggere e dare sollievo a gola e cavo orale. Per queste sue proprietà la malva viene impiegata per contrastare le irritazioni di bocca e gola, la tosse secca e la bronchite. È possibile, inoltre, che venga consigliata contro problemi gastrointestinali o alla vescica.

Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Clinical Pharmacy and Therapeutics sembra confermata l’azione antinfiammatoria della malva. Tuttavia, la sua efficacia sia contro l’infiammazione che in altre condizioni non è ancora sufficientemente quantificata dai dati presenti nella letteratura scientifica.

Per quanto riguarda all’assunzione di malva durante la gravidanza e l’allattamento, in caso di dubbi è consigliabile consultare il proprio medico.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Mandalate

Mandalate

 

Che cos’è il mandalate?

Il mandalate è il frutto di una varietà di mandarino protetta da brevetto. Si tratta, infatti, di un ibrido triploide (cioè con 3 copie di ogni cromosoma) ricavato dall’incrocio tra il mandarino Fortune (varietà diploide, ossia con due copie di goni cromosoma) e il mandarino Avana (una varietà tetraploide, cioè con quattro copie di ogni cromosoma). Titolari del brevetto sono i ricercatori del CRA-ISAGRU (Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura – oggi CREA, Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria – Istituto Sperimentale per l’Agrumicoltura) di Acireale, in provincia di Catania.

L’aspetto del frutto del mandalate è simile a quello di un mandarino tradizionale e il suo peso medio è di 100 grammi. La sua buccia, arancione, è sottile e non aderisce bene alla polpa, il che rende il mandalate facilmente sbucciabile.

 

Che proprietà nutrizionali ha il mandalate?

Non si hanno a disposizione informazioni nutrizionali specifiche riguardo ai frutti del mandalate.

 

Possibili effetti collaterali del mandalate

Non si ha testimonianza di specifiche interazioni fra il consumo di mandalate e l’assunzione di farmaci o altre sostanze. È però risaputo che esiste la possibilità di un’interferenza da parte di diversi agrumi con l’assunzione delle molecole metabolizzate dal CYP3A4. Per questo è consigliabile consultare il proprio medico in caso di dubbi.

 

Stagionalità del mandalate

La raccolta dei frutti del mandalate inizia a febbraio e continua fino ad aprile. In confronto ad altri agrumi, quindi, il mandalate è disponibile in commercio più tardi rispetto alla stagione tradizionale.

 

Possibili benefici e controindicazioni

L’introduzione del mandalate nella propria alimentazione consente di trarre benefici dal consumo degli agrumi (ad esempio per l’elevato apporto di vitamina C, ma non solo) anche quando la loro stagione è ormai terminata, senza la necessità di ricorrere a prodotti di serra.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Fico d’India

Fico d’India

 

Che cos’è il fico d’India?

Il fico d’India è il frutto di piante che appartengono alla famiglia delle Cactaceae.

I climi caldi e asciutti favoriscono la crescita delle piante appartenenti a questo genere. I frutti sono ricoperti da spine o, in alternativa, da setole; il loro colore può essere diverso sia nella buccia che nella polpa, che avvolge semi dalla forma discoidale, anch’essi di vari possibili colori.

 

Che proprietà nutrizionali ha il fico d’India?

100 g di fico d’India contengono 53 Calorie, il cui 92% si presenta sotto forma di carboidrati, che rappresentano il 50% circa della polpa e il 30% della buccia del frutto; per il resto, il 6% corrisponde a proteine e il 2% a lipidi. Più in particolare, 100 g di frutto corrispondono a:

83,2 g di acqua

0,8 g di proteine

0,1 g di lipidi

13 g di zuccheri solubili

5 g di fibre (di cui 0,13 g di fibra solubile e 4,87 g di fibra insolubile)

Per quanto riguarda, invece, i micronutrienti, il fico d’India è ricco di:

18 mg di vitamina C

10 µg di vitamina A (retinoli equivalenti),

0,4 mg di vitamina B3 o PP (niacina (vitamina B3)

0,04 mg di vitamina B2 (riboflavina)

0,02 mg di vitamina B1 (tiamina)

190 mg di potassio

30 mg di calcio

25 mg di fosforo

0,4 mg di ferro

Il fico d’India presenta, inoltre, tracce di vitamina C e 1 mg di sodio per ogni 100 g di frutto.

Il colore della polpa è determinato dalla presenza di composti betalainici; in particolare, la betanina conferisce una tonalità rosso-porpora mentre l’indicazantina determina una colorazione gialla. Al suo interno sono presenti biotioli, taurina, flavonoli, tocoferoli e carotenoidi. Nella buccia invece sono presenti calcio, ferro, potassio, magnese, magnesio, sodio e selenio; i semi contengono grandi quantità di fosforo e zinco e gli oli ottenuti da buccia e semi rappresentano una buona fonte di acidi grassi polinsaturi.

 

Possibili effetti collaterali del fico d’India

È possibile che il fico d’India potenzi l’effetto ipoglicemizzante esercitato da farmaci come la metformina, la gliburide, il rosiglitazone e l’acarbosio. Inoltre si ritiene possibile un aumento della diuresi nei pazienti soggetti a trattamento con diuretici come la furosemide e l’idroclorotiazide. Queste interazioni però non sono supportate da molte prove.

 

Possibili benefici del fico d’India

Il fusto viene impiegato a scopo medicinale, in particolare nel trattamento dell’ipercolesterolemia, nel controllo della pressione e contro:

acidità gastrica

ulcera

affaticamento

dispnea

glaucoma

problemi del fegato e per curare ferite

Alle pale sono state inoltre attribuite proprietà antinfiammatorie utili in caso di edema, artrosi, pertosse e per prevenire l’infezione di ferite.

 

Possibili controindicazioni del fico d’India

In commercio sono disponibili diversi prodotti a base di fico d’India, dai succhi alle capsule. Tuttavia, se ne sconsiglia l’assunzione durante la gravidanza e l’allattamento, in quanto la loro sicurezza non è convalidata da studi clinici. Più in generale, è consigliabile ricordare che il fico d’India può provocare reazioni da ipersensibilità, soprattutto sotto forma di dermatiti. È stato inoltre riportato almeno un caso di cheratocongiuntivite e alcuni di granuloma; questi ultimi sono stati provocati dal contatto con le spine.

 

Stagionalità del fico d’India

I fichi d’India sono tipicamente disponibili in settembre; i primi vengono raccolti alla fine di agosto, ma le specie più tardive arrivano anche a maturare a novembre.

Possono essere conservati a lungo in frigorifero, ma è altamente consigliabile consumarli il più presto possibile, dopo un massimo di 2 giorni al freddo.

 

Disclaimer

Le seguenti informazioni rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Pungitopo

Pungitopo

 

Che cos’è il pungitopo?

Il pungitopo (Ruscus aculeatus L.), noto anche con il nome di “rusco”, è un’erba aromatica che appartiene alla famiglia delle Liliaceae considerata la variante selvatica dell’asparago comune. Le parti che vengono impiegate in cucina sono i germogli e le radici. Quest’ultime vengono essiccate prima di essere utilizzate, mentre i germogli vengono mangiati freschi, previa lessatura e possono essere aggiunti a insalate e minestre.

 

Che proprietà nutrizionali ha il pungitopo?

Il pungitopo è una fonte di tannini.

 

Possibili effetti collaterali del pungitopo

È possibile che il consumo di pungitopo interferisca con l’assunzione di alcuni farmaci per la pressione alta (gli antagonisti alfa-adrenergici) e con prodotti stimolanti a base di agonisti alfa-adrenergici.

 

Stagionalità del pungitopo

La raccolta dei germogli, da utilizzare freschi, avviene nel periodo tra marzo e maggio. La raccolta delle radici, che si possono invece essiccare, avviene nel periodo tra i mesi di settembre e novembre.

 

Possibili benefici e controindicazioni

Pur non avendo a disposizione delle prove scientifiche a supporto della sua efficacia, la radice di pungitopo viene impiegata nella produzione di prodotti a uso medicinale che sembrano stimolare la vasocostrizione e migliorare la circolazione, in special modo a livello degli arti inferiori. Il pungitopo, inoltre, sembra accelerare il funzionamento del sistema nervoso, aumentare la pressione del sangue e aumentare la frequenza cardiaca.

Il pungitopo viene utilizzato anche sotto forma di decotto, come astringente e diuretico. I tannini in esso presenti in grande quantità potrebbero svolgere un’azione antinfiammatoria quando viene utilizzato per gargarismi, sciacqui e semicupi.

Il consumo di pungitopo potrebbe provocare problemi di stomaco e nausea.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Pomodoro

Che cos’è il pomodoro?

Il pomodoro è il frutto del Lycopersicon esculentum, una specie che appartiene alla famiglia delle Solanaceae nativa del Centro America e coltivata dagli Aztechi già centinaia di anni prima che gli esploratori spagnoli la diffondessero nel resto del mondo.

Quali sono le proprietà nutrizionali?

100 g di pomodoro crudo (maturo) apportano circa 19 calorie suddivise in:

  • 69% di carboidrati
  • 21% di proteine
  • 10% di lipidi

In particolare, in 100 grammi di pomodoro rosso maturo, crudo, sono presenti:

Il pomodoro è fonte di alfa- e beta-carotene, luteina/zeaxantina e licopene.

Possibili effetti collaterali

È possibile che il consumo di pomodoro interferisca con l’assunzione di diuretici. È consigliabile consultare il proprio medico in caso di dubbi.

L’allergia al pomodoro è una delle più diffuse e può manifestarsi attraverso sintomi a carico dell’apparato gastrointestinale, ma anche tramite manifestazioni di tipo cutaneo.

Stagionalità

In Italia la stagione dei pomodori va da maggio a settembre.

Possibili benefici e controindicazioni

Il pomodoro rappresenta un’ottima fonte di antiossidanti. Il più noto è probabilmente il licopene, la stessa molecola da cui deriva il tipico colore rosso di questo frutto e che, insieme ad altri carotenoidi, contribuisce a difendere l’organismo dall’azione dei radicali liberi. In particolare, sembra che il licopene sia particolarmente efficace per la protezione dal tumore alla pelle. La zeaxantina contribuisce invece a proteggere la vista, diminuendo in special modo il rischio di degenerazione maculare senile. Più in generale, gli antiossidanti del pomodoro contribuiscono a proteggere la salute di occhi, pelle, mucose e ossa. Questo ortaggio è inoltre fonte di vitamina C (alleata del sistema immunitario e importante per la sintesi del collagene), di vitamine del gruppo B (alleate del metabolismo), di vitamina K (importante per la coagulazione), di fosforo e calcio (utili per la salute delle ossa) e di potassio (che controllando la pressione e la frequenza cardiaca protegge la salute cardiovascolare).

A volte al consumo di pomodoro possono venire associati dei disturbi gastrointestinali.

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Pollo

Pollo

 

Che cos’è la carne di pollo?

Il pollo è il nome con cui si indicano il gallo e la gallina giovani, allevati per ricavarne la carne e le uova. Il nome “pollo” viene comunemente utilizzato in riferimento a varie razze domestiche del genere Gallo e in particolare alla specie Gallus gallus.

 

Che proprietà nutrizionali ha la carne di pollo?

Nella carne della coscia del pollo sono contenuti più lipidi e colesterolo e meno proteine che nella carne del petto, che è la parte più magra di questo animale. Mediamente 100 grammi di carne cruda di pollo (intero) sviluppano 110 Calorie e contengono approssimativamente:

76 g di acqua

20 g di proteine

3,6 g di lipidi

75 mg di colesterolo

70 mg di sodio

307 mg di potassio

0,7 mg di ferro

8 mg di calcio

26 mg di magnesio

1,2 mg di zinco

0,06 mg di rame

tracce di vitamina A

0,1 mg di vitamina B1 o Tiamina

0,15 mg di vitamina B2 o Riboflavina

5,8 mg di vitamina B3 o Niacina

 

Possibili effetti collaterali della carne di pollo

A oggi non si ha nota di eventuali interazioni tra il consumo di carne di pollo e l’assunzione di farmaci o altre sostanze.

 

Reperibilità della carne di pollo

La carne di pollo è solitamente disponibile sul mercato tutto l’anno in tutti i suoi tagli.

 

Possibili benefici e controindicazioni

I benefici che possono derivare dal consumo di carne di pollo sono vari. Questa carne infatti contiene una grande quantità di proteine dall’alto valore biologico – le cosiddette proteine “nobili” – e contiene discrete quantità di ferro. Considerando queste sue caratteristiche nutrizionali e grazie anche al fatto che è una carne tenera, pertanto più facile da masticare e da digerire rispetto ad altre varietà di carne, risulta adatta ad essere introdotta in regimi alimentari anche di bambini, anziani e soggetti convalescenti. Inoltre, essendo un alimento molto proteico e a con poche quantità di grassi (i tagli più grassi contengono al massimo 6,5 g di lipidi ogni 100 g di carne di pollo cruda, mentre i tagli più magri arrivano ad avere anche meno di 1 g di lipidi ogni 100 grammi di carne cruda), è uno dei tipi di carne che più frequentemente vengono introdotti nei regimi alimentari dal basso introito calorico e nelle diete destinate agli atleti (per avere la carne magra è necessario eliminare la pelle, che è la parte più grassa del pollo). In questa carne, infine, sono presenti buone quantità di sali minerali tra cui zinco, ferro e potassio.

Non esistono controindicazioni al consumo di carne di pollo; questa carne, anzi, viene particolarmente consigliata per l’alimentazione di ragazzi, sportivi e anziani (a meno che non si soffra di allergia a questo alimento).

 

Disclaimer

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Platessa

Platessa

 

Che cos’è la platessa?

La platessa (Pleuronectes platessa) è un pesce che appartiene alla famiglia Pleuronectidae ed è diffusa sia nelle acque marine sia nelle acque salmastre. Nei primi 3-4 anni di vita i giovani esemplari prediligono acque salmastre o acque costiere dalla scarsa profondità, per poi trasferirsi in acque marine. La platessa si mimetizza con il fondo, sul quale vive adagiata. È presente prevalentemente nell’Oceano Atlantico, nel Mar Artico, nel Mar Bianco e nel Mar Mediterraneo in territorio spagnolo e francese. In Italia è poco presente.

 

Che proprietà nutrizionali ha la platessa?

Come gli altri prodotti della pesca, la platessa contiene proteine, sali minerali (calcio, fosforo, iodio, vitamina A, vitamina B, vitamina D) e grassi.

In particolare, 100 grammi di platessa contengono:

16 g di proteine

1,7 g di grassi

0,8 g di carboidrati

86 Kcal

 

Possibili effetti collaterali della platessa

Non essendo un grande predatore, è possibile che la platessa contenga quantità irrisorie di metilmercurio, per cui non vi sono particolari controindicazioni al suo consumo.

 

Possibili benefici e controindicazioni della platessa

La platessa è un pesce magro ed è per questo motivo consigliabile per una dieta ipocalorica. In essa sono inoltre contenuti proteine, vitamine e sali minerali.

È sempre consigliabile cuocere la platessa prima di consumarla: il calore infatti annienta eventuali sostanze tossiche, come per esempio Anisakis, un parassita molto diffuso. È necessario sapere che secondo una normativa europea (Regolamento CE 853/2004, sulla «Vendita e somministrazione di preparazioni gastronomiche contenenti prodotti della pesca destinati ad essere consumati crudi o praticamente crudi») chi vende o somministra pesce fresco è obbligato a congelarlo a – 20 gradi per almeno 24 ore. Per questo è bene informarsi se sia stato effettuato il congelamento preventivo, prima di consumarlo crudo. A casa invece, la platessa dovrebbe essere congelata per almeno 96 ore a -18°C in un congelatore a tre o più stelle, prima di consumarla cruda.

 

Stagionalità della platessa

La platessa è disponibile tutto l’anno.

 

Disclaimer

Le seguenti informazioni rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

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