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Pera

Pera

 

Che cos’è la pera?

La pera è il frutto del Pyrus communis, una specie che appartiene alla famiglia delle Rosaceae; originaria del vecchio continente, oggi viene coltivata sia in Europa che nel nuovo continente.

 

Che proprietà nutrizionali ha la pera?

Cento grammi di pera (buccia esclusa) apportano 35 Calorie suddivise in 94% di carboidrati (8,8 g di zuccheri solubili, a 1,29 g di fibre solubile e 2,56 g di fibra insolubile), 3% di lipidi e 3% di proteine. Oltre a questi, in 100 g di pera sono contenuti:

87,4 g di acqua

4 mg di vitamina C

0,1 g di vitamina B3

0,03 g di vitamina B2

0,01 g di vitamina B1

127 mg di potassio

15 mg di fosforo

11 mg di calcio

7 mg di magnesio

2 mg di sodio

0,3 mg di ferro

0,05 mg di zinco

0,05 mg di rame

Fra i fitonutrienti presenti in questo frutto sono invece inclusi gli acidi clorogenico, gentisico, siringico, vanillico, idrossicinnamico, cumarico e 5-caffeoilchinico, arbutina, catechine ed epicatechine, isoramnetina, quercetina, kempferolo, beta-carotene, luteina e zeaxantina e, nel caso delle varietà a buccia rossastra, antocianine.

Nella buccia è contenuta una quantità di composti fenolici 3-4 volte superiore rispetto a quella presente nella polpa e circa la metà delle fibre alimentari assumibili con il frutto.

 

Possibili effetti collaterali della pera

Non si hanno a disposizione attualmente informazioni sufficienti riguardo ad eventuali interazioni tra il consumo di pere e l’assunzione di farmaci.

 

Possibili benefici e controindicazioni della pera

Le pere sono note per essere molto digeribili, per il buon apporto di fibre che il loro consumo comporta e per la scarsa allergenicità; sono consigliate, inoltre, in caso di problemi di digestione, spasmi, coliche, costipazione, diarrea, nausea, problemi al fegato, tumori, febbre e ritenzione idrica.

Un altro punto forte di questi frutti è rappresentato dal loro contenuto di fitonutrienti dalle proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, la cui assunzione potrebbe aiutare a ridurre il rischio di diverse patologie croniche, in particolare il diabete di tipo 2 e le malattie cardiovascolari, che hanno alla loro base l’infiammazione cronica e un eccessivo stress ossidativo. Il consumo di pere, inoltre, sembra contribuire alla riduzione del rischio di tumore all’esofago.

 

Stagionalità della pera

In Italia le pere sono disponibili sul mercato per un lungo periodo che inizia ad agosto e termina a maggio.

 

Disclaimer

Le seguenti informazioni rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Pecora

Pecora

 

Che cos’è la carne di pecora?

Il termine “pecora” è il nome comune dei mammiferi della famiglia dei Bovidi, Genere Ovis, che include sei specie selvatiche e diverse razze domestiche diffuse in quasi tutto il mondo (escluse le regioni artiche e l’America Meridionale). Nell’uso comune il termine “pecora” viene utilizzato per indicare perlopiù l’animale domestico femmina (riservando il nome di montone per il maschio adulto, e il nome di agnello per l’animale giovane di entrambi i sessi fino a un anno d’età). Si alleva la pecora per ottenere il latte, la carne e la lana. La carne di pecora adulta, a seconda dell’età dell’animale può presentare differenze nutrizionali e organolettiche; ha un sapore e un odore simili a quelli della carne di agnello, ma più intensi e robusti.

 

Che proprietà nutrizionali ha la carne di pecora?

100 grammi di carne cotta di pecora apportano mediamente 360 Calorie e contengono approssimativamente (tenendo presente le possibili variazioni dei valori nutrizionali in base ai diversi tagli di carne e all’età dell’animale):

14 g di proteine

33 g di lipidi

100 mg di sodio

2 mg di ferro

9 mg di calcio

157 mg di fosforo

350 mg di potassio

2 mg di zinco

140 mcg di Tiamina (vitamina B1)

190 mcg di Riboflavina (vitamina B2)

Possibili effetti collaterali della carne di pecora

A oggi non si hanno testimonianze di interazioni tra il consumo di carne di pecora e l’assunzione di farmaci o altre sostanze.

 

Reperibilità della carne di pecora

La carne di pecora è disponibile durante tutto l’anno.

 

Possibili benefici e controindicazioni

La carne di pecora adulta è relativamente poco apprezzata: generalmente si preferisce consumare quella di agnello e quella di castrato (che è l’esemplare maschio che viene castrato per migliorare la qualità della carne). In questa carne è presente una buona quantità di proteine; rappresenta inoltre una buona fonte di ferro, minerale necessario per il trasporto dell’ossigeno a tutti gli organi e tessuti dell’organismo, e di potassio, importante per il corretto funzionamento dei muscoli e del cuore e per la trasmissione degli impulsi nervosi.

La carne di pecora è molto grassa, per cui è possibile che risulti difficile da digerire e se ne sconsiglia quindi il consumo a chi è soggetto a disturbi a carico dell’apparato digerente. Ne viene inoltre controindicato il consumo a coloro che soffrono di problematiche a carico dell’apparato cardiovascolare. La carne di pecora è anche una fonte di purine, sostanze coinvolte nell’insorgenza di disturbi come gotta o calcoli renali: il consumo di questa carne è dunque sconsigliato ai soggetti affetti da queste patologie.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione

Mangostano

Mangostano

 

Che cos’è il mangostano?

Il mangostano è il frutto della Garcinia mangostana, una specie che appartiene alla famiglia delle Clusiaceae. Attualmente è la Thailandia il principale produttore ed esportatore di mangostano.

 

Che proprietà nutrizionali ha il mangostano?

100 g di mangostano apportano:

63 Calorie, circa

0,50 g di proteine

0,4 g di lipidi

15,6 g di carboidrati

5,10 g di fibra

7,2 mg di vitamina C

0,286 mg di niacina

0,054 mg di tiamina

0,054 mg di riboflavina

0,041 mg di piridossina

0,032 mg acido pantotenico

31 µg di folati

35 UI di vitamina A

48 mg di potassio

9,21 mg di fosforo

5,49 mg di calcio

13,9 mg di magnesio

7 mg di sodio

0,17 mg di ferro

0,12 mg di zinco

0,10 mg di manganese

0,069 mg di rame

0,6 µg di selenio

Il mangostano è fonte di alfa-carotene (1 µg in 100 g), beta-carotene (16 µg in 100 g) e beta-criptoxantina (9 µg in 100 g).

 

Possibili effetti collaterali del mangostano

Non si ha prova di eventuali interazioni del mangostano con farmaci o altre sostanze.

 

Stagionalità del mangostano

I frutti freschi di mangostano sono disponibili sul mercato nel periodo compreso tra i mesi di giugno e ottobre.

 

Possibili benefici e controindicazioni del mangostano

Il mangostano contiene una grande quantità di nutrienti necessari per lo sviluppo e per il benessere nutrizionale. Privo di grassi saturi e di colesterolo, risulta invece essere una buona fonte di fibre alimentari e di vitamina C. Quest’ultima, nota per le sue proprietà antiossidanti, aiuta l’organismo a liberarsi dei radicali liberi e favorisce una buona risposta immunitaria. Le vitamine del gruppo B stimolano invece il buon metabolismo, mentre il potassio contribuisce al controllo della frequenza cardiaca e della pressione del sangue, diminuendo così i rischi di ictus e malattie coronariche.

Attualmente si attribuiscono al mangostano benefici in condizioni di diarrea, infezioni delle vie urinarie, gonorrea, infezioni da candida, tubercolosi, problemi mestruali, tumori, artrosi e dissenteria; sembra inoltre che sia in grado di stimolare il sistema immunitario e migliorare il benessere mentale. Al momento non sono a disposizione prove scientifiche che possano dimostrare sufficientemente questi benefici.

Esiste la possibilità che il mangostano rallenti la coagulazione del sangue.

 

Disclaimer

Le seguenti informazioni rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Mora di gelso

Mora di gelso

 

Che cos’è la mora di gelso?

La mora di gelso è il frutto di specie che appartengono al genere Morus, a loro volta incluse nella famiglia delle Moraceae. Il Morus alba (gelso bianco) è originario della Cina, il Morus rubra (gelso rosso) degli Stati Uniti orientali e il Morus nigra (gelso nero) dell’Asia occidentale. Una singola pianta del genere Morus può però produrre frutti di diversi colori: neri, rossi, violacei o bianchi.

 

Che proprietà nutrizionali ha la mora di gelso?

100 g di more di gelso (Morus nigra .L):

43 Calorie, circa

1,44 g di proteine

0,39 g di lipidi

9,80 g di carboidrati

1,7 g di fibra

36,4 mg di vitamina C

0,87 mg di vitamina E

0,620 mg di niacina

0,101 mg di riboflavina

0,050 mg di piridossina

7,8 µg di vitamina K

6 µg di folati

25 UI di vitamina A

194 mg di potassio

39 mg di calcio

18 mg di magnesio

10 mg di sodio

1,85 mg di ferro

0,12 mg di zinco

60 µg di rame

0,6 µg di selenio

La mora di gelso costituisce una fonte di alfa-carotene (12 µg in 100 g), beta-carotene (9 µg in 100 g), luteina/zeaxantina (136 µg in 100 g), di antocianine e di resveratrolo.

 

Possibili effetti collaterali della mora di gelso

È possibile che la mora di gelso alteri i livelli di zuccheri nel sangue: per questo è consigliabile consultare il proprio medico in caso di assunzione di farmaci come l’insulina, che riducono la glicemia. È inoltre possibile che le more di gelso comportino un aumento degli effetti collaterali dei farmaci per ridurre il colesterolo e che interferiscano con l’azione di antidepressivi, benzodiazepine, barbiturici, farmaci contro la gotta e, più in generale, molecole metabolizzate dal citocromo P450 3A4.

 

Stagionalità della mora di gelso

La maturazione delle more del gelso avviene in estate, solitamente tra i mesi di giugno e luglio.

 

Possibili benefici e controindicazioni della mora di gelso

La mora di gelso rappresenta una fonte di antiossidanti, che possono contribuire a difendere le cellule e l’organismo da invecchiamento, tumori, malattie neurodegenerative, infiammazione, diabete e infezioni. Inoltre il resveratrolo è molto importante per la salute cardiovascolare, mentre la zeaxantina protegge la retina. Il ferro è importante per i globuli rossi, il potassio per il cuore e il manganese per le difese antiossidanti. Infine, il buon funzionamento del metabolismo viene stimolato dalle vitamine del gruppo B.

 

Disclaimer

Le seguenti informazioni rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Mormora

Mormora

 

Che cos’è la mormora?

La mormora (o marmora) è un pesce di acqua salata appartenente alla Famiglia degli Sparidi, come il pagello e l’occhiata. Il suo nome scientifico è Lithognatus mormyrus. Si presenta con una sagoma ovoidale, affusolato e leggermente appiattito sui fianchi; le sue dimensioni sono variabili: può andare dai 30 ai 50 centimetri di lunghezza e il suo peso oscilla tra i 400 grammi e il chilogrammo. Ha un colore piuttosto caratteristico: strisce verticali bruno-grigiastre caratterizzano il dorso, mentre coda e pinne presentano una colorazione tendente al giallo. In genere si trova in fondali fangosi e può vivere in acque profonde oltre i cento metri. Si nutre principalmente di molluschi e crostacei.

 

Che proprietà nutrizionali ha la mormora?

100 grammi di mormora apportano 97 Calorie suddivise in 75% di proteine, 18% di lipidi, 7% di carboidrati

 

In particolare 100 grammi di mormora contengono:

78 g di acqua

18 g di proteine

1,9 g di lipidi

45 mg di colesterolo

2 g di carboidrati disponibili

2 g di zuccheri solubili

287 mg di potassio

5,6 mg di ferro

69 mg di calcio

20 mg di magnesio

4,6 mg di zinco

1,1 mg di rame

102 µg di selenio

tracce di vitamina C

 

Possibili effetti collaterali della mormora

A oggi non si ha testimonianza di eventuali interazioni tra il consumo di mormora e l’assunzione di farmaci o altre sostanze.

 

Reperibilità della mormora

Questo pesce viene molto apprezzato per la qualità delle sue carni, per cui viene pescato con la stessa frequenza di pesci più diffusi nei nostri mercati (come l’orata). La pesca della mormora viene quindi effettuata in tutti i mesi dell’anno, se però le acque del mare sono poco agitate.

 

Possibili benefici e controindicazioni

La mormora è caratterizzata da carni gustose e pregiate; la grande quantità di proteine dall’alto valore biologico in essa contenute (18 grammi di proteine ogni 100 grammi di carne di questo pesce) e la ridotta percentuale di grassi e carboidrati (100 grammi di carne di mormora apportano infatti solo 97 Calorie), fanno sì che questo pesce risulti indicato per l’alimentazione di bambini e anziani.

L’elevato contenuto di zinco (particolarmente importante nella biosintesi di aminoacidi e proteine e per il funzionamento di alcuni organi, oltre a essere fondamentale per i processi di crescita, di riparazione dei tessuti e per lo sviluppo sessuale), potassio (indispensabile per mantenere il bilancio idrico e la pressione sanguigna nella norma, per regolare l’eccitabilità neuromuscolare e la ritmicità del cuore), selenio (sostanza antiossidante e dalle proprietà anticancro) e ferro (indispensabile per una corretta ossigenazione di tutti i tessuti dell’organismo) contraddistinguono questo pesce dal punto di vista del contenuto minerale, insieme soprattutto al calcio e al magnesio.

 

Non si ha nota di controindicazioni relative al consumo della carne di mormora, a meno che non si soffra di allergia a questo pesce.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Moscardino

Moscardino

 

Che cos’è il moscardino?

Il moscardino (nome scientifico Eldone moschata) è un mollusco cefalopode della famiglia delle Octopodidae, a cui appartengono anche seppie e calamari. La varietà più pregiata ha un colore bruno con sfumature grigio-bluastre ed è detta anche “muschiata” per il particolare odore che emana e che ricorda, appunto, il muschio. Il moscardino muschiato è lungo al massimo 40 centimetri (tentacoli compresi) e può raggiungere il peso di 700 grammi, anche se sul mercato sono disponibili più frequentemente esemplari di circa 15-20 cm di lunghezza e 100-300 grammi di peso. Spesso viene confuso con il polpo, di cui ha la stessa forma, con una distinzione che riguarda i tentacoli: il polpo è caratterizzato infatti da tentacoli con due file di ventose, mentre quelli del moscardino ne presentano solo una. La sua riproduzione avviene nel periodo tra gennaio e maggio. Cresce in gran parte nel Mediterraneo e in special modo nel mare Adriatico (predilige fondali bassi e fangosi). La varietà meno pregiata – ma comunque molto diffusa – è di dimensioni inferiori e ha carni più chiare e viene chiamata “moscardino bianco”.

 

Che proprietà nutrizionali ha il moscardino?

100 grammi di moscardino apportano circa 75 Calorie e contengono approssimativamente:

78 g di acqua

12 g di proteine

1,5 g di lipidi

65 mg di colesterolo

In questo mollusco sono contenute buone quantità di vitamine (soprattutto la vitamina A, le vitamine del gruppo B e la vitamina E) e di sali minerali (tra cui potassio, sodio, fosforo).

I grassi contenuti in questo mollusco sono perlopiù acidi grassi polinsaturi a lunga catena, i cosiddetti “grassi buoni”.

 

Possibili effetti collaterali del moscardino

A oggi non si ha nota di eventuali interazioni tra il consumo di moscardino e l’assunzione di farmaci o altre sostanze.

 

Stagionalità del moscardino

Il moscardino è disponibile in commercio durante tutto l’anno.

 

Possibili benefici e controindicazioni

Il moscardino è un mollusco piuttosto apprezzato per la qualità delle sue carni. In questo mollusco sono presenti buone quantità di vitamine – soprattutto la vitamina A, le vitamina del gruppo B e la vitamina E – e di sali minerali – tra cui potassio, sodio e fosforo – oltre a proteine dall’elevato valore biologico e acidi grassi polinsaturi a lunga catena (i cosiddetti “grassi buoni”): rappresenta quindi un alimento sano che risulta adatto ad essere consumato da persone di tutte le età, bambini e anziani compresi, e che può essere consumato anche da soggetti affetti da problematiche cardiovascolari. Essendo un alimento ipocalorico, inoltre, risulta adatto all’inserimento anche in regimi alimentari caratterizzati da ristretto introito calorico.

Non sono presenti controindicazioni relative al consumo del moscardino, a meno che non si soffra di allergia a questo mollusco.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il   parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai   consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Nashi o pera asiatica

Nashi o pera asiatica

 

Che cos’è il nashi o pera asiatica?

Il nashi è il frutto del Pyrus pyrifolia, specie appartenente alla famiglia delle Rosaceae. Chiamato anche “pera asiatica”, il frutto ha origini proprio in Asia. In particolare, vengono indicate come nashi sia le cosiddette pere cinesi sia le pere giapponesi che quelle coreane. In confronto alla pera europea, il nashi contiene maggiori quantità di acqua e ha una consistenza più granulosa; spesso anche la forma è diversa: le pere asiatiche tendono a essere più tonde, più simili a una mela.

Attualmente la Cina risulta essere il principale produttore mondiale di nashi, seguono il Giappone, la Corea del Sud, la Nuova Zelanda e gli Stati Uniti.

 

Che proprietà nutrizionali ha il nashi?

100 g di nashi apportano 43 Calorie.

In un frutto da 255 g sono presenti circa:

28,82 g di carboidrati

0,77 g di proteine

0,26 g di lipidi

2,3 g di fibre

7,65 di vitamina C

0,51 mg di niacina

0,36 mg di acido pantotenico

0,26 mg di vitamina E

0,05 mg di tiamina

0,05 mg di piridossina

15,3 µg di folati

1,28 µg di biotina

357 mg di potassio

18,05 mg di fosforo

12,75 mg di magnesio

5,53 mg di ferro

5,1 mg di calcio

0,26 mg di zinco

0,15 mg di rame

0,1 mg di manganese

 

Possibili effetti collaterali del nashi

Non si ha evidenza di possibili interazioni del nashi (o più ingenerale delle pere) con farmaci o sostanze. È consigliabile consultare il proprio medico in caso di dubbi.

 

Stagionalità del nashi

La stagione del nashi è l’autunno. In Italia solitamente è disponibile in commercio fino al mese di dicembre.

 

Possibili benefici e controindicazioni del nashi

I benefici derivanti dal consumo di nashi dipendono soprattutto dal suo elevato contenuto di magnesio, minerale che è in grado di contrastare stanchezza e affaticamento. Inoltre si presenta come un alimento ricco di fibre e di micronutrienti che possono contribuire a proteggere la salute cardiovascolare e quella delle ossa.

Generalmente, il consumo alimentare di pere non presenta particolari controindicazioni e non vi è testimonianza di particolari rischi per la salute.

 

Disclaimer

Le seguenti informazioni rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Anguilla o capitone

Anguilla o capitone

 

Che cos’è l’anguilla?

Dal nome scientifico Anguilla anguilla, è una specie della famiglia Anguillidae. A volte la femmina – che può superare il metro di lunghezza – viene chiamata capitone, mentre il maschio – molto più piccolo – è definito ceca.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali dell’anguilla?

100 g di anguilla cruda apportano circa 131 calorie e:

18,44 g di proteine

68,26 g di acqua

11,66 g di lipidi, di cui:

126 mg di colesterolo

4 mg di vitamina E

3,5 mg di niacina

2,358 g di grassi saturi

7,190 g di grassi monoinsaturi

0,947 g di grassi polinsaturi (di cui circa 653 mg di omega 3 e 196 mg di omega 6)

3477 UI di vitamina A

932 UI di vitamina D

15 µg di folati

3 µg di vitamina B12

0,150 mg di tiamina

0,067 mg di vitamina B6

0,040 mg di riboflavina

51 mg di sodio

30,50 mg di ferro

20 mg di magnesio

1,62 mg di zinco

13,3 µg di selenio

272 mg di potassio

216 mg di fosforo

20 mg di calcio

 

Quando non mangiare l’anguilla?

Non risultano esservi interazioni note fra il consumo di anguilla e l’assunzione di medicinali o altre sostanze. Nel dubbio è opportuno chiedere consiglio al proprio medico.

 

Periodo di reperibilità dell’anguilla

L’anguilla reperibile sul mercato potrebbe essere un prodotto allevato. Per quanto riguarda la pesca, alcune regioni la vietano in specifici periodi dell’anno (in Veneto e Lombardia dall’1 ottobre al 31 dicembre).

 

Possibili benefici e controindicazioni dell’anguilla

Essa è una buona fonte di lipidi dalle proprietà salutari, in particolare di acidi grassi monoinsaturi e di omega 3, entrambi alleati di una buona salute cardiovascolare. Sono altresì una buona fonte di vitamina E (a cui sono legate proprietà antiossidanti), di vitamina D (alleata della salute delle ossa), di vitamina A (importante per la salute degli occhi, per lo sviluppo e per le difese immunitarie) e di vitamina B12 (coinvolta nella sintesi degli acidi nucleici e dell’emoglobina, nel metabolismo dei grassi e nel funzionamento del sistema nervoso). Con l’anguilla si assumono anche discrete quantità di fosforo, importante sia per la salute di ossa e denti che per quella di cuore, muscoli e reni, per il buon funzionamento del metabolismo e per la trasmissione dell’impulso nervoso.

Purtroppo, però, l’anguilla è fonte di elevate dosi di colesterolo.

 

Disclaimer

Le seguenti informazioni rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Anatra

Anatra

 

Che cosa è la carne di anatra?

Con questo termine si indicano diversi uccelli che fanno parte della famiglia Anatidi. Sia quella selvatica (Anas platyrhynchos) che quella domestica (che discende dalla prima) possono essere impiegata per l’alimentazione umana, anche se oggi la quasi totalità della carne di anatra rinvenibile in commercio appartiene ad animali allevati. L’anatra ha carni molto grasse e pregiate che vengono largamente impiegate e apprezzate soprattutto nella cucina francese e cinese.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali della carne di anatra?

Cento gr. di carne cruda di anatra domestica sviluppano mediamente 160 calorie e contengono approssimativamente:

21 g di proteine

8 g di lipidi

80 g di acqua

oltre a:

14 mg di magnesio

1,9 mg di zinco

0,3 mg di rame

0,19 mg di Tiamina (vitamina B1)

0,18 mg di Riboflavina (vitamina B2)

7,7 mg di Niacina (vitamina B3 o vitamina PP)

110 mg di sodio

290 mg di potassio

1,3 mg di ferro

12 mg di calcio

200 mg di fosforo

22 µg di selenio

80 µg di vitamina A retinolo eq.

 

Quando non mangiare carne di anatra?

Non sono ad oggi ancora note interazioni tra il consumo di carne d’anatra e l’assunzione di medicinali o altre sostanze.

 

Periodo reperibilità/stagionalità dell’anatra

La sua carne è reperibile nei nostri mercati tutto l’anno.

 

Possibili benefici e controindicazioni dell’anatra

La carne d’anatra è molto energetica: 100 gr. di carne cruda sviluppano infatti circa 160 Calorie: può quindi essere utilizzata come alimento da somministrare in caso di debolezza. Grazie al suo buon contenuto in ferro (1,2 mg), la sua carne può inoltre essere consigliata ai soggetti anemici.

Poiché non si tratta di carne magrissima (essa difatti contiene 8 gr. di lipidi ogni 100 gr di carne cruda quando le carni magre ne contengono al massimo 5 g di lipidi, mentre quelle grasse ne contengono in quantità superiori, da 5 a 40), può risultare di difficile digestione e ne è pertanto sconsigliato il consumo a coloro che soffrono di disturbi a carico dell’apparato digerente. La carne di anatra allevata risulta di solito più grassa dell’anatra selvatica; quest’ultima ha però sapore più robusto e consistenza meno tenera.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il   parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai   consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Amarene

Amarene

 

Che cosa sono le amarene?

Sono i frutti di una specie che appartiene alla famiglia delle Rosaceae, il Prunus cerasus. Ne esistono più di 250 varietà ma solo alcune di esse trovano spazio in ambito commerciale.

Il colore dei frutti – che possono arrivare a una lunghezza di 20 mm e una profondità di 18 mm – varia dal rosso intenso a quello più chiaro; al loro interno racchiudono un seme di colore marrone chiaro.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali delle amarene?

Con 100 gr. di amarene si assumono 84,2 g di acqua e solo 42 Calorie, il 92% delle quali sotto forma di carboidrati (10,2 g di zuccheri solubili e 1,1 g di fibra). Il restante 8% è di proteine, mentre i lipidi sono praticamente assenti.

Fra i micronutrienti, la vitamina più importante è la C: in 100 grammi di amarene ne sono infatti presenti 7 mg, a fronte di un contenuto di riboflavina (vitamina B2), tiamina (vitamina B1), di niacina (vitamina B3 o PP) e vitamina A (retinolo equivalente) pari rispettivamente a 0,05 g, 0,03 g, 0,4 g e 24 µg. Nello specifico, il contenuto di vitamina A può arrivare ad essere quasi 10 volte maggiore a quello tipico delle ciliegie. Il minerale più abbondante è invece il potassio (114 mg in 100 gr. di frutto), seguito dal fosforo (17 mg), dal calcio (15 mg), dal sodio (2 mg) e dal ferro (0,4 mg). Infine, nelle amarene sono presenti derivati cumarinici, un glicoside tipico (il 2,3-dihydro-wogonin-7-mono-beta-D-glucoside), flavonoidi e numerose molecole dall’attività antiossidante, tra cui degni di nota sono il kempferolo e la quercetina. Fra le ultime molecole identificate al suo interno è incluso il cyanidin-3-glycoside, molecola che sembra poter associarsi al miglioramento dell’iperglicemia e della sensibilità all’insulina.

All’interno del succo di amarene sono state invece identificate le seguenti molecole: acido citrico, amigdalina, quercetina, antocianine, acido malico, tannini, glucosio e saccarosio.

 

Quando non mangiare le amarene?

Ad oggi non sembrano esservi prove certe della possibile interazione tra la sua assunzione e quella di farmaci o di altre molecole; anzi, il succo di amarena – sotto forma di sciroppo – s’impiega per mascherare il sapore poco gradevole di alcuni medicinali.

 

Stagionalità delle amarene

La stagione delle amarene è l’estate, e il loro mese è luglio. In Italia i frutti iniziano ad essere raccolti verso la metà giugno per essere quindi indirizzati al mercato o alla trasformazione. Le amarene possono infatti essere trasformate in succo o conservate in vari modi (sciroppate, candite, sotto spirito o sotto forma di confetture o sciroppi).

 

Possibili benefici e controindicazioni delle amarene

Ricerche scientifiche hanno rinvenuto anche all’interno delle amarene composti che potrebbero giustificare un’azione di tipo antiossidante e antinfiammatoria; secondo uno studio della Michigan State University (East Lansing, Stati Uniti) alcuni di questi composti antinfiammatori sarebbero 10 volte più attivi rispetto all’aspirina, in confronto alla quale presenterebbero anche il vantaggio di non indurre effetti collaterali indesiderati. Le antocianine eserciterebbero invece un’azione antiossidante che potrebbe aiutare a contrastare le malattie cardiovascolari, a inibire la crescita dei tumori e, forse, ritardare i processi di invecchiamento.

Ad oggi non sembrano esservi controindicazioni al consumo delle amarene che – escluso un caso di contaminazione da parte di una micotossina (la patulina) – sembrano sicure anche sotto il profilo tossicologico.

 

Disclaimer

Le seguenti informazioni rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

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