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Cellulite orbitaria

Cellulite orbitaria

 

La cellulite orbitaria è una infiammazione con conseguente infezione della regione orbitale e periorbitaria che compromette l’area anteriore del setto orbitario (cellulite presettale). In alcune casi può interessare anche le strutture posteriori del setto. E’ più frequente nei bambini ma può insorgere a qualsiasi età.

 

Che cos’è la cellulite orbitaria?

La cellulite orbitaria inizialmente si presenta sotto forma di una neoformazione calda e dolorosa che si propaga rapidamente in un lasso di 5-10 giorni. La sua diffusione può essere causa un difetto pupillare (midriasi), dell’alterazione della visione e della motilità oculare. Le possibili complicanze sono:

  • Lagoftalmo
  • Entropion
  • Necrosi palpebrale

 

Quali sono le cause della cellulite orbitaria?

Si presenta, nella maggior parte delle volte, come una diretta complicazione di una sinusite, specialmente se si tratta di sinusite etmoidale. È quindi strettamente legata alla presenza di microorganismi quali S. pneumoniae, S. aureus, S. piogene e H. influenza.

 

Quali sono i sintomi della cellulite orbitaria?

La cellulite orbitaria determina i seguenti sintomi a danno della capacità visiva:

  • peggioramento della vista e del movimento oculare

A livello oculare si possono individuare:

  • edema delle palpebre
  • palpebre infiammate e calde
  • rigonfiamento della congiuntiva a seguito di un accumulo di liquidi (chemosi congiuntivale)
  • rigonfiamento del bulbo oculare verso l’esterno (esoftalmo irriducibile)
  • dolori all’occhio (dolori orbitari e periorbitari)

In alcuni casi:

  • febbre
  • nausea
  • vomito
  • debolezza generale
  • nei casi più gravi, reazione meningea, delirio, coma

 

Diagnosi

Per la diagnosi si procede ad una visita medica seguita da TAC delle orbite e dei seni.

 

Trattamenti

La terapia per la cura della cellulite orbitaria consiste in una somministrazione di sistemica di antibiotici ad ampio spettro d’azione. Fondamentale il supporto del medico nell’individuare il dosaggio adeguato e nell’agire il più rapidamente possibile.

 

Prevenzione

Un’adeguata terapia della sinusite e di fondamentale importanza per la prevenzione della cellulite orbitaria.

Cataratta

Cataratta

 

La cataratta è un’opacizzazione del cristallino, la lente che si trova dietro alla parte colorata dell’occhio, l’iride, indispensabile per la messa a fuoco delle immagini sulla retina E’ un problema solitamente riscontrato durante l’invecchiamento dell’individuo, ma che non raramente può colpire anche in giovane età e che può essere risolto chirurgicamente.

 

Che cos’è la cataratta?

In più del 95% dei casi la cataratta è legata all’invecchiamento e viene, quindi, definita senile. Le cataratte giovanili, invece, sono di origine congenita o in altri casi possono essere causate da traumi, assunzione di farmaci, altre malattie agli occhi o sistemiche.

 

Quali sono le cause della cataratta?

In genere questa l’opacizzazione del cristallino è causata dall’aggregazione e dall’ossidazione delle proteine del cristallino, un processo ben noto e diffuso in tutto l’organismo che progredisce con l’avanzare dell’età. Ecco perché il 90% degli individui di età superiore ai 75 anni soffre di cataratta. Altre possibili cause possono derivare dall’esposizione prolungata ai raggi ultravioletti, dal diabete o dal fumo.

 

Quali sono i sintomi della cataratta?

Il sintomo principale è l’annebbiamento crescente della vista, a volte con abbagliamento alla luce frontale, sdoppiamento delle immagini e talvolta un iniziale curioso miglioramento della vista. E’ consigliata pertanto una visita oculistica preventiva periodica oltre i 60 anni di età, anche in assenza di sintomi specifici.

 

Diagnosi

Le metodologie utilizzate per la diagnosi di cataratta sono:

L’esame biomicroscopico completo con lampada a fessura

L’esame completo della acutezza visiva e della refrazione

Altre esami effettuati in previsione di intervento:

Ecobiometria

Biomicroscopia dell’endotelio corneale

Ecografia bulbare

Altri esami retinici (fluorangiografia – tomografia OCT)

Topografia e tomografia corneale

Campimetria computerizzata e pachimetria corneale

Valutazione con visita ortottica della motilità

 

Trattamenti

Ad oggi, l’unico trattamento disponibile è l’intervento chirurgico. Il momento in cui intervenire è definito in base al grado di evoluzione della cataratta e alla difficoltà visiva che essa comporta nelle attività più comuni quotidianamente svolte, pertanto è una decisione che coinvolge sia il medico che il paziente.

L’intervento, di breve durata, non doloroso, in anestesia locale con sole gocce di collirio, in day hospital (senza ricovero), ed eseguito con microscopio operatorio, richiede una sufficiente collaborazione del paziente. Consiste nella asportazione della parte opacata del cristallino e nell’inserimento di una lente sostitutiva di materiale plastico (cristallino artificiale).

 

Prevenzione

Per prevenire la cataratta sono importanti l’uso di occhiali da sole, un’alimentazione ricca di frutta e verdure, cibi contenenti antiossidanti naturali, il controllo dei livelli di zuccheri nel sangue ed astenersi dal fumare.

Entropion

Entropion

 

L’entropion è una malattia oculistica in cui una parte della palpebra tende a ruotare verso l’interno dell’occhio.

 

Che cos’è l’entropion?

La rotazione verso l’interno della palpebra, condizione tipica dell’entropion, mette in contatto le ciglia con la superficie della cornea. Questo continuo sfregamento, risultato di questo contatto, causa non solo un notevole fastidio ma anche va a compromettere la superficie della cornea, dove si possono sviluppare danni come ad esempio la cheratite puntata superficiale o l’ulcerazione.

 

Quali sono le cause dell’entropion?

L’entropion può essere di origine congenita, senile, paralitica o meccanica. Inoltre può essere il risultato cicatriziale di ustioni chimiche, di un trauma, di un tracoma (un’infezione della congiuntiva e della cornea) o di un pemfigoide (una malattia autoimmune della pelle).

 

Quali sono i sintomi dell’entropion?

I principali disturbi associati all’entropion sono l’infiammazione dell’occhio, la lacrimazione, una sensazione diffusa di presenza di corpo estraneo e chiusura persistente e involontaria delle palpebre.

 

Diagnosi

La diagnosi dell’entropion prevede la visita oculistica.

 

Trattamenti

Il trattamento chirurgico è l’unico trattamento in grado di eliminare l’entropion.

L’intervento, eseguito in anestesia locale ed in regime di day hospital, deve essere programmato in base alla tipologia e al grado di severità dell’entropion.

La terapia medica è indicata solo per la prevenzione e il trattamento della congiuntivite e della cheratite secondaria. Solo in caso di entropion spastico viene effettuato un controllo con chemodenervazione chimica con sedute ripetute di tossina botulimica.

 

Prevenzione

In attesa dell’intervento sono consigliabili misure di prevenzione dei danni alla cornea. Fra le misure più adatte, segnaliamo lo srotolamento manuale della palpebra utilizzando un cerotto, l’uso di un lubrificante artificiale denso e quello di gel o pomate che possano limitarne il danno causato dallo sfregamento riducendone i sintomi.

Foro Maculare e la Sindrome da trazione Vitreo-Maculare

Foro Maculare e la Sindrome da trazione Vitreo-Maculare

 

Le patologie dell’interfaccia vitreo-retinica sono un insieme di modificazioni fisiche dell’occhio che possono portare ad un danneggiamento grave della vista. Tra queste patologie ci sono il Foro Maculare e la Sindrome da trazione Vitreo-Maculare. Il Foro Maculare consiste nella rottura della retina a causa di un distacco del vitreo posteriore (DVP).

 

Cos’è il foro maculare e la sindrome da trazione vitreo-maculare?

Questa patologia si presenta più di frequente nelle donne, circa il 72% dei casi, ed è strettamente legata all’età: più del 50% delle pazienti hanno un’età tra i 65-74 anni. La probabilità che la malattia interessi entrambi gli occhi e di circa 8-10%.

Circa la metà dei fori maculari hanno una remissione spontanea entro un anno. Il 74% progredisce negli stadi III-IV. Allo stadio III-IV solo il 4 % dei casi si chiude spontaneamente.

 

Quali sono le cause del foro maculare e la sindrome da trazione vitreo-maculare?

Alla base del foro maculare ci sono formazioni di cicatrici e cisti, l’accumulo di strati di cellule e di liquidi che possono provocare il distacco della retina.

Le cause più frequenti del distacco della retina vanno ricercate in:

L’invecchiamento dell’occhio

L’accumulo di liquidi al di sotto della retina

Traumi

Diabete

Malattie infiammatorie

 

Quali sono i sintomi del foro maculare e la sindrome da trazione vitreo-maculare?

Sintomi principali delle patologie a carico dell’interfaccia vitreo-retinica sono:

Messa a fuoco alterata, detta anche metamorfopsia

Scotoma, cioè la comparsa di una macchia centrale, simile a un’ombra o ad un velo, in un’area del campo visivo con conseguente riduzione della vista con diversi gradi di intensità

 

Diagnosi

La diagnosi viene formulata in seguito a visita oculistica e seguente tomografia a coerenza ottica (OCT).

La tomografia permette di verificare il grado di avanzamento del danno a carico dell’occhio:

I.A: Presenza di trazione vitreo-maculare con una ciste di spessore parziale (retina interna) nella fovea.

I.B: Presenza di trazione vitreo-maculare con una ciste di spessore totale (coinvolge la retina esterna) nella fovea.

II: Foro maculare a tutto spessore con aderenza parziale dell’opercolo retinico. Ialoide posteriore parzialmente adesa in regione foveale.

III: Foro maculare a tutto spessore senza opercolo adeso e diametro inferiore a 400 microns. Ialoide posteriore non adesa in regione foveale.

IV: Foro maculare a tutto spessore senza opercolo adeso e diametro superiore a 400 microns. Ialoide posteriore non adesa in regione foveale.

 

Trattamenti

A seconda del danno rilevato all’occhio dipende l’urgenza di un intervento chirurgico. Solitamente si interviene quando i fori maculari raggiungono lo stadio II o superiore, mentre si mantengono in osservazione quelli nello stadio I. L’intervento di routine è la vitreoctomia che prevede il peeling della membrana limitante interna e l’uso di una sostanza tamponante, come aria, gas o olio di silicone, che favorirà la chiusura del foro.

Recenti studi hanno dimostrato che l’Ocriplasmina (JETREA) è di grande utilità nella cura della sindrome di trazione vitreo-maculare. Essa consiste in un’iniezione nella cavità vitrea di questo enzima.

 

Prevenzione

Con la griglia di Amsler, un test di autovalutazione attuato direttamente dal paziente, la percezione alterata delle immagini o la comparsa di metamorfopsie può essere agevolmente individuabile.

Nel caso in cui il paziente vedesse le righe ondulate, è importante che si rivolga all’oculista specialista in patologie retiniche.

 

Fistola Carotido-Cavernosa

Fistola Carotido-Cavernosa

 

La fistola carotido-cavernosa è il effetto di una comunicazione non corretta tra l’arteria carotide e il seno cavernoso. Questo porta ad un aumento della pressione venosa che può provocare un’ischemia, una rottura dei vasi sanguigni, mettendo a serio rischio la capacità visiva.

 

Che cos’è la fistola carotido-cavernosa?

Esistono due forme di fistola: una forma diretta, che va a coprire circa il 70-90% dei casi e una forma indiretta. Nella fistola diretta, a seguito di un irregolarità della parete interna dell’arteria carotide, l’elevato flusso sanguigno arterioso si riversa direttamente nel seno cavernoso. Nella fistola indiretta, invece, (shunt durale) l’arteria carotide intracavernosa è integra, il sangue passa attraverso le branche meningee delle arterie carotidee interne o esterne nel seno cavernoso.

 

Quali sono le cause della fistola carotido-cavernosa?

Nella fistola diretta l’elevato fluire di sangue può portare ad una rottura spontanea o postraumatica.

 

Nel caso della fistola indiretta una malformazione congenita può essere la causa che determina la rottura spontanea in associazione ad un trauma anche lieve o ad uno stiramento. Particolarmente a rischio sono i pazienti affetti da ipertensione arteriosa.

 

Quali sono i sintomi della fistola carotido-cavernosa?

I sintomi della fistola diretta possono essere improvvisi e molto marcati:

chemosi e iperemia dei vasi episclerali

proptosi

oftalmoplegia

grave riduzione della capacità visiva

aumento della pressione intraoculare

ischemia del segmento anteriore

 

La sintomatologia nella fistola indiretta è certamente più lieve e sfumata rendendo quindi più difficile la sua diagnosi. In principio si presenta con:

rossore causato dalla dilatazione dei vasi congiuntivali di uno o di entrambi gli occhi

incremento della pressione intraoculare

fondo oculare normale o moderata congestione venosa

lieve proptosi

oftalmoplegia (da paresi del VI nervo cranico)

all’auscultazione meningea il timing del soffio è sincrono alla sistole

 

La diagnosi differenziale serve a distinguere la fistola congiuntivite cronica da altre patologie quali l’orbitopatia tiroidea e le malformazioni arterovenose orbitarie.

 

Diagnosi

La diagnosi della Fistola Carotido-Cavernosa effettua sottoponendo il paziente ai seguenti esami:

imaginig radiologico: ecografia oculare con ecocolordoppler, che evidenzia l’inversione del flusso causato all’arterializzazione del seno cavernoso;

la risonanza magnetica RMN e l’angio RMN, che evidenziano i segni della stasi.

Un consulto multidisciplinare con specialisti di neurochirurgia e neuroradiologia vanno a completare il percorso diagnostico.

 

Trattamenti

Nei casi in cui la fistola, sia essa diretta o indiretta, non si dovesse chiudere spontaneamente o dopo l’attuazione di opportune manovre compressive, si deve ricorre al trattamento embolizzante che consiste nell’inserimento di sostanze ad effetto trombotico nella zona soggetta ad anomala comunicazione andandola a chiudere. Tale sistema è eseguibile sia per via trans arteriosa (arteria femorale) che per via trans venosa (vena femorale) e viene chiamata radiologia interventistica.

Ectropion

Ectropion

 

L’ectropion è un disturbo dell’occhio in cui la palpebra inferiore è rivolta verso l’esterno e, quindi, tende ad allontanarsi dal bulbo oculare.

 

Che cos’è l’ectropion?

La caratteristica principale dell’ectropion è una rotazione verso l’esterno di una parte o dell’intera palpebra inferiore. La rotazione compromette i puntini lacrimali (le aperture ovali da cui partono i dotti lacrimali), che con il passare del tempo, essendo esposti ad agenti esterni, si restringono accumulando cheratina. La conseguenza di questa modificazione dei puntini lacrimali è l’epifora, cioè la fuoriuscita delle lacrime verso l’esterno dell’occhio. In questa circostanza alla congiuntiva (la membrana che ricopre il bulbo oculare e la parte interna delle palpebre) e alla cornea viene a mancare la normale lubrificazione e la protezione delle palpebre. Ciò favorisce un’infiammazione secondaria, un ingrossamento della parte interna della palpebra (il tarso) che va a peggiorare ulteriormente l’ectropion fino a portare allo sviluppo di una cheratopatia, malattia che nei casi più graci può causare l’ulcerazione e la perforazione della cornea.

 

Quali sono le cause dell’ectropion?

L’ectropion può essere di origine congenita, senile, paralitica, meccanica e cicatriziale.

 

Quali sono i sintomi dell’ectropion?

Inizialmente privo di sintomi, in fasi più avanzate l’ectropion è associato a lacrimazione e, in alcuni casi, ad infiammazione, sensazione di corpo estraneo nell’occhio e produzione di secrezioni.

 

Diagnosi

Per diagnosticare l’ectropion è necessaria una visita oculistica.

 

Trattamenti

Il trattamento chirurgico è l’unico trattamento in grado di far fronte all’ectropion.

L’intervento, eseguito in anestesia locale ed in regime di day hospital, deve essere programmato tenendo conto del tipo e del grado di severità della malattia.

La terapia medica è prevista solo al fine di prevenire e trattare la congiuntivite e la cheratite secondaria.

 

Prevenzione

In attesa dell’intervento chirurgico, sono consigliabili misure atte a prevenire danneggiamenti della cornea. Applicando gel o pomate si limitano i danni ed i sintomi associati all’ectropion.

Distacco della retina

Distacco della retina

 

Il distacco della retina è una delle più serie urgenze che riguardano l’occhio e la vista. Il distacco si verifica quando uno strato della retina, tessuto fondamentale alla base del sistema visivo, si alza trascinando con sé i vasi sanguigni che portano ossigeno e nutrienti all’occhio. Dopo appena 48 ore dal distacco comincia la morte cellulare che provoca la perdita graduale della vista, soprattutto se la parte di retina che è andata a staccarsi è quella centrale.

 

Cos’è il distacco della retina?

Si differenziano quattro tipologie diverse di distacco di retina:

 

Regmatogeno (DRR): è il distacco più frequente, è causato da una rottura della retina che permette l’ingresso nell’area sottoretinica di liquido.

 

Trazionale: è determinato dalla formazione di membrane sulla superficie retinica in grado da creare una tensione che solleva la retina. È tipico un fenomeno tipico nei casi di ischemia retinica, provocata dal diabete, dalle trombosi venose o dalla retinopatia precoce

 

Essudativo: è provocato dalla presenza d’infiammazione o di lesioni vascolari o neoplastiche che vanno a formare dei liquidi nella parte sottostante la retina

 

Forme miste

Quando il distacco interessa la parte più centrale della retina, la regione maculare e la fovea, la perdita della capacità di visione è molto più grave e la possibilità di recuperare la vista è compromessa.

 

Quali sono le cause del distacco della retina?

Il distacco della retina può verificarsi in seguito a:

Liquefazione vitrea e distacco posteriore del vitreo (DVP). Sono processi legati all’invecchiamento dell’individuo e alla storia naturale dell’occhio. L’accumulo di liquido (umor vitreo), che cambia consistenza con l’avanzare dell’età, diventa più denso o più voluminoso. Questo può provocare un sollevamento della retina nei punti in cui essa è più fragile.

La degenerazione a palizzata, invece, consiste in un’aderenza forte dell’umor vitreo ai bordi retinici, che può facilmente portare ad un distacco della retina.

La pseudofachia. Può essere una conseguenza di un intervento di cataratta che quindi rappresenta un fattore di rischio per il distacco di retina.

Traumi

Diabete

Malattie infiammatorie

Malattie genetiche, come la sindrome di Marfan o la sindrome di Ehler Danlos

 

Quali sono i sintomi del distacco della retina?

Il distacco della retina è sempre preavvisato da alcuni segnali:

Comparsa improvvisa di puntini e corpi scuri fluttuanti davanti alla vista (miodesopsie)

Bagliori di luce improvvisi percepiti in uno o entrambi gli occhi

Oltre il 50% dei pazienti con DR lamenta la sintomatologia del DVP, che include visione di fotopsie (bagliori di luce) e di miodesopsie (piccoli corpi mobili scuri) nei giorni precedenti al distacco o fenomeni come lo scotoma, ovvero un’ombra o che sembra coprire parte del campo visivo

 

Diagnosi

La diagnosi si ottiene attraverso un’attenta visita oculistica che permette di accertare la rottura e il distacco della retina. E’ importante, infatti, riuscire a differenziare i diversi tipi di distacco retinico, capire cioè se ci si trova di fronte ad un distacco regmatogeno, trazionale, essudativo o misto.

Nel caso sia possibile esaminare perfettamente la retina, l’ecografia oculare è utilizzata per determinarne il suo stato.

 

Trattamenti

La terapia a seguito del distacco della retina deve essere messa in atto il più rapidamente possibile, onde evitare che con il passare del tempo si verifichi una perdita completa della vista, atrofia del bulbo oculare fino ad uno sviluppo di un glaucoma neovascolare.

I trattamenti standard sono:

Fotocoagulazione con laser argon. Lo scopo di questo intervento è quello di produrre una cicatrice intorno alla rottura che ne impedisca l’ingresso di liquido nello spazio sottostante.

Quando il distacco coinvolge invece un’area significativamente ampia della retina è necessario intervenire per via chirurgica. La chirurgia per il distacco di retina prevede essenzialmente due tipi di interventi:

Ab-esterno: chirurgia episclerale senza entrare all’interno dell’occhio.

Ab-interno: la vitrectomia.

 

Prevenzione

La comparsa di corpi scuri nella vista e bagliori di luce (miodesopsie e fotopsie) sono sintomi che devono mettere in allarme il paziente che deve quindi sottoporsi al più presto ad una visita oculistica. La miglior prevenzione consiste nel conoscerne i sintomi e in controlli periodici della vista. È importante sapere che le miodesopsie non scompariranno con il passare del tempo, ma saranno sempre visibili, in particolar modo in presenza di variazioni di luce. Con il passare del tempo, tuttavia, le macchie si ridurranno lievemente e il fastidio diminuirà.

Disordini delle ciglia

Disordini delle ciglia

 

I disordini delle ciglia sono disturbi riconoscibili in anomalie del numero di ciglia, dette distichiasi e quelle della loro posizione, dette trichiasi. I due tipi di disordine possono anche essere compresenti e, in genere, sono più frequenti sulla palpebra inferiore associate solitamente ad una posizione palpebrale.

 

Cosa sono i disordini delle ciglia?

La distichiasi è contraddistinta dalla presenza di una fila in più di ciglia in corrispondenza dello sbocco delle ghiandole di Meibomio, responsabili della formazione della componente sebacea del liquido lacrimale.

L’anomalia tipica della trichiasi è, invece, un alterato orientamento delle ciglia, che le porta a perdita parziale o totale del rivestimento nella parte corneale.

 

Quali sono le cause dei disordini delle ciglia?

Cause dei disordini delle ciglia possono essere blefariti croniche, entropion, traumi, ustioni chimiche, esiti di interventi chirurgici, tracoma, sindrome di Stevens-Johnson e pemfigoide oculare.

 

Quali sono i sintomi dei disordini delle ciglia?

I principali disturbi collegati a distichiasi e trichiasi sono prurito, bruciore, lacrimazione, percezione di corpo estraneo nell’occhio, secrezione mucosa e arrossamenti dell’occhio fino a provocare dolore.

Gli esiti possono essere cicatrici corneali persistenti con compressione visiva.

 

Diagnosi

La diagnosi, esclusivamente clinica, è basata sulla visita oculistica.

 

Trattamenti

La terapia può essere medica o chirurgica, a seconda della situazione:

  • La terapia medica è indicata in caso di congiuntivite o cheratite ed è basata sull’applicazione locale di antibiotici, preferibilmente sotto forma di pomate.
  • La terapia chirurgica permette di correggere l’eventuale alterazione palpebrale alla base del disordine ciliare. Anche in questo caso è però raccomandabile, nell’attesa dell’intervento, l’uso di una pomata antibiotica da abbinarsi a un lubrificante artificiale denso, meglio se in forma di gel, che possa ridurre i danni alla cornea dovuti dallo sfregamento delle ciglia e riducendo, allo stesso tempo, i sintomi del disturbo.

 

Nell’eventualità in cui le ciglia in trichiasi siano presenti in numero limitato è possibile eliminarle con sedute multiple di elettrocoagulazione.

Il medico può anche suggerire la programmazione di trattamenti definitivi di elettrolisi delle ciglia. Questi trattamenti consistono in sei sedute almeno, da eseguirsi a cadenza mensile.

 

Prevenzione

La prevenzione dei disordini delle ciglia si basa sulla prevenzione delle malattie cui essi sono associati.

Dermatite da contatto o atopica della palpebra

Dermatite da contatto o atopica della palpebra

 

La dermatite da contatto della palpebra è una reazione infiammatoria della pelle caratterizzata da una anomala risposta del sistema immunitario verso una sostanza scatenante, chiamata allergene.

 

Che cos’è la dermatite da contatto della palpebra?

La dermatite da contatto si percepise con una manifestazione improvvisa di eruzione cutanea nell’area attorno all’occhio o con l’accumularsi di liquidi nelle palpebre (edema palpebrale) e una lieve secrezione acquosa.

 

Quali sono le cause della dermatite da contatto della palpebra?

Le cause della dermatite da contatto possono essere dovute alla reazione anomala a colliri o cosmetici. Fra i più frequenti allergeni che interessano l’area oculare ci sono:

nichel

coloranti

cromo

rame

cobalto

 

(Sostanze spesso presenti nei cosmetici)

 

Quali sono i sintomi della dermatite da contatto della palpebra?

I sintomi di una dermatite da contatto sono:

prurigine

lacrimazione

infiammazione

gonfiore

iperemia

 

Diagnosi

Per la diagnosi si procede ad una visita medica andando ad escludere dermatiti irritative, tossiche e infettive e ad esami allergologici per determinare l’allergene responsabile di tale reazione:

Prick test

Patch test

Rast sierici

 

Trattamenti

La dermatite da contatto palpebrale si cura in fase acuta con l’applicazione di pomate a bassa quantità steroidea (desametazone crema 0.05%) sulla regione palpebrale interessata per un arco di 4-5 giorni. In caso di necessità si integra la terapia con un antistaminico orale. Trattamenti desensibilizzanti possono essere utili nel lungo termine.

 

Prevenzione

Per prevenire la dermatite l’unica attenzione da porre è evitare accuratamente agenti e sostanze conosciute come responsabili della reazione allergica.

Degenerazione maculare senile (DMS)

Degenerazione maculare senile (DMS)

 

La degenerazione maculare senile è una malattia legata all’invecchiamento degli individui che colpisce la macula, cioè la parte più centrale della retina. È la causa principale della perdita della visione centrale dopo i 55 anni d’età. Si differenzia in due forme: una forma non essudativa o “secca” e una forma essudativa o “umida”.

 

Cos’è la degenerazione maculare senile?

Nella degenerazione maculare senile “secca” compaiono lesioni peculiari denominate drusen. Si tratta di ammassi di scorie cellulari che possono riassorbirsi o calcificare.

 

Nella degenerazione maculare “umida” oltre alle lesioni sopracitate, si presenta anche la formazione anomala di nuovi vasi sotto la retina (membrana neovascolare sottoretinica). Questi vasi sono responsabili dell’evoluzione essudativa della degenerazione maculare.

 

Fattori di rischio sono l’età, la familiarità, il sesso femminile, la razza caucasica, il fumo, l’ipertensione arteriosa, l’eccessiva esposizione alla luce durante l’arco di vita, l’obesità ed infine una dieta ricca di grassi e colesterolo.

 

Quali sono le cause della degenerazione maculare senile?

Al processo degenerativo maculare concorrono la indurimento dei vasi localizzati sotto la retina (coroide), l’accumulo di lipidi e le alterazioni del metabolismo dell’epitelio pigmentato retinico (strato di cellule sottoretinico). Al verificarsi di queste condizioni il fisiologico metabolismo della retina è impedito.

 

Quali sono i sintomi della degenerazione maculare senile?

Nelle fasi iniziali la malattia può essere asintomatica, soprattutto se interessata un solo un occhio. Si può notare una riduzione della visione centrale, uno sfuocamento delle parole durante la lettura, un’area scura al centro del campo visivo (scotoma) e una distorsione delle linee rette (metamorfopsie). L’alterazione delle immagini è un sintomo abituale all’insorgere della degenerazione maculare essudativa e deve indurre il paziente ad una visita oculistica urgente.

 

Nella forma “secca” agli accumuli di scorie possono seguire alterazioni atrofiche della retina, cioè perdita di parte del tessuto retinico con successivo calo della capacità visiva.

Nella forma “umida”, la causa dell’essudazione sierosa e delle emorragie sono i vasi anomali che si raccolgono sotto la retina. La funzione visiva centrale ne risulta gravemente compromessa.

 

Diagnosi

La diagnosi di DMS si attua mediante visita oculistica con esame del fondo oculare e con il supporto di esami strumentati quali:

OCT (tomografia ottica a luce coerente), esame non invasivo.

Angiografia retinica (fluorangiografia) e coroideale (angiografia con verde di indocianina).

 

Trattamenti

Un’azione protettiva della retina si ottiene mediante l’integrazione alimentare con antiossidanti quali zinco, vitamina C, vitamina E e betacarotene. Ai pazienti affetti da degenerazione maculare senile non essudativa o “secca” vengono prescritti integratori alimentari per diminuire il rischio che la patologia evolva in forma essudativa o “umida”.

In caso di degenerazione maculare essudativa il trattamento più diffuso si attua per mezzo di iniezioni intravitreali di farmaci che contrastano la formazione di nuovi vasi (anti-VEGF e VEGF-Trap). L’iniezione del farmaco nell’occhio, per quanto possa risultare una pratica invasiva, è meno dolorosa di un’iniezione intramuscolare e si esegue in ambiente sterile e in anestesia locale con i soli colliri anestetici.

 

Prevenzione

La prevenzione della degenerazione maculare senile è legata principalmente alla riduzione dei fattori di rischio, quindi al controllo dell’ipertensione sistemica, del fumo di sigaretta e ad un’alimentazione corretta. Frutta, verdura e pesce, con il suo alto contenuto di acidi grassi omega 3, sono associati a un minor rischio nel contrarre questa malattia.

È sempre utile una visita oculistica dopo i 50 anni e, se stabilito dal medico, eseguire periodici test di autovalutazione per identificare tempestivamente eventuali mutamenti visivi.

Sono inoltre disponibili test genetici allo scopo di valutare in tutti i pazienti con familiarità per tale patologi la predisposizione allo sviluppo di patologie maculari legati all’età.

 

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