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Crescione d’acqua

Crescione d’acqua

 

Che cos’è il crescione d’acqua?

Si tratta di una pianta acquatica perenne (Nasturtium officinale) che fa parte della famiglia delle Brassicaceae. Le sue foglie dal gusto pepato sono impiegate, sin dall’antichità, sia in cucina che a scopo medicinale.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali?

100 gr. di crescione crudo apportano circa 11 calorie e:

2,30 g di proteine

95,11 g di acqua

0,10 g di lipidi, fra cui 0,027 g di acidi grassi saturi, 0,008 g di acidi grassi monoinsaturi e 0,035 g di acidi grassi polinsaturi

1,29 g di carboidrati, fra cui 0,5 g di fibre e 0,20 g di zuccheri

3.191 UI di vitamina A

250 µg di vitamina K

9 µg di folati

330 mg di potassio

120 mg di calcio

60 mg di fosforo

41 mg di sodio

21 mg di magnesio

0,244 mg di manganese

0,20 mg di ferro

0,11 mg di zinco

0,077 mg di rame

0,9 µg di selenio

43,0 mg di vitamina C

1,00 mg di vitamina E

0,310 mg di acido pantotenico

0,200 mg di niacina

0,129 mg di vitamina B6

0,120 mg di riboflavina

0,090 mg di tiamina

 

E’ una fonte di luteina/zeaxantina, di beta-carotene, e di numerosi fitonutrienti, fra cui gli isotiocianati.

 

Quando non mangiare il crescione?

Il suo impiego può interferire con l’assunzione di litio, clorzoxazone e warfarin. Nel dubbio, è opportuno chiedere consiglio al proprio medico.

 

Stagionalità del crescione

Sia le foglie che i rametti di crescione vengono raccolti in estate per essere quindi consumati freschi.

 

Possibili benefici e controindicazioni

Il suo regolare consumo è stato associato alla prevenzione dell’anemia, dell’osteoporosi e della carenza di vitamina A; pare inoltre poter proteggere dalle malattie cardiovascolari e dal cancro. Nello specifico, la gluconasturtiina presente al suo interno sarebbe convertita all’interno dell’organismo in una molecola dalle proprietà antitumorali.

Quest’erba aromatica è altresì una fonte di antiossidanti a basso contenuto di calorie e di grassi. Il crescione può contribuire anche ad una buona coagulazione e al mantenimento in buona salute dei neuroni grazie alla sua vitamina K, a garantire un buon metabolismo grazie alle vitamine del gruppo B e a proteggere ossa e denti con calcio, fosforo e magnesio nonché il cuore tramite il potassio.

Il suo impiego può essere controindicato in caso di ulcere gastrointestinali e di malattie renali.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Rambutan

Rambutan

 

Che cos’è il rambutan?

Si tratta del frutto della Nephelim lappaceum, specie che appartiene alla famiglia delle Sapindaceae. La sua origine è identificata tra Malesia e Indonesia, però oggi questa pianta viene coltivata in tutte le zone dell’area tropicale dal clima umido. La distinguono proprio i suoi frutti caratteristici, somiglianti al litchi però con spine più lunghe e tenere dalle quali proviene il nome (“rambout” significa infatti “capelli”).

 

Quali sono le proprietà nutrizionali?

100 g di rambutan danno circa 68 Calorie, di cui:

61,7 Calorie in forma di carboidrati

3,6 Calorie in forma di proteine

2,7 Calorie in forma di grassi

 

Nello specifico, 100 g di rambutan danno:

16 g di carboidrati, tra cui:

13,2 g di zuccheri

2,8 g di fibre

0,9 g di proteine

0,3 g di grassi

Inoltre il rambutan è fonte di:

vitamina C

ferro

fosforo

calcio in tracce

 

Quando non consumarlo?

Il rambutan può disturbare l’attività dell’enzima CYP3A4. In presenza di dubbi è meglio consigliarsi con il proprio dottore.

 

Periodo di reperibilità/stagionalità

Il rambutan si trova in commercio durante tutto l’anno.

 

Eventuali benefici e controindicazioni

Del rambutan vengono sostenute la capacità di uccidere parassiti intestinali, di lenire i sintomi della diarrea e di far diminuire la febbre. Gli studi fatti sino ad oggi paiono confermare solamente che costituisce una buona sorgente di antiossidanti di origine naturale; per quel che riguarda, invece, i benefici specifici originati dal suo consumo non sono state ancora trovate prove scientifiche per dimostrarli.

Dal punto di vista nutrizionale, il suo potere antiossidante è supportato dalla presenza di quantità importanti di vitamina C, un micronutriente amico del sistema immunitario e dei tessuti connettivi (poiché collabora alla sintesi del collagene). Apporta anche ferro (fondamentale per la creazione dei globuli rossi) e fosforo (che unendosi alle ridotte quantità di calcio esistenti nel rambutan potrebbe collaborare a difendere la salute di ossa e denti). Inserire il rambutan nell’alimentazione aiuta anche a ricevere il quantitativo di fibre alimentari consigliato dagli esperti (per un adulto in normali condizioni di salute tra i 25 e i 30 grammi al giorno).

Il rambutan può provocare reazioni allergiche.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate sono solo indicazioni generali e non soppiantano in nessuna maniera l’opinione medica. Per assicurarsi un’alimentazione sana e bilanciata è sempre meglio fare affidamento sui consigli del proprio medico curante o di un esperto nutrizionista.

Ricotta di Capra

Ricotta di Capra

 

Che cos’è la ricotta di capra?

Si tratta di un latticino ricavato dal siero di latte di capra, ovvero la parte liquida che si divide dalla cagliata durante la produzione del formaggio caprino, cui si aggiungono latte e panna. Non si tratta quindi un formaggio.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali?

100 g di ricotta di capra danno 175 Calorie suddivise circa così:

67% da lipidi

27% da proteine

7% da carboidrati

Nello specifico, 100 g di ricotta di capra includono:

11,6 g di proteine

12,91 g di lipidi, tra cui: 8,245 g di acidi grassi saturi, 3,613 g di acidi grassi monoinsaturi, 0,384 g di acidi grassi polinsaturi e 50 mg di colesterolo

2,98 g di carboidrati

Tra le vitamine e i minerali, 100 g di ricotta di capra danno:

vitamina A

vitamine del gruppo B

vitamina C

vitamina E

calcio

fosforo

magnesio

zinco

iodio

selenio

potassio

ferro

sodio

 

Quando non consumare la ricotta di capra?

I latticini non si devono consumare combinati con la ciprofloxacina e le tetracicline. In presenza di dubbi è meglio consigliarsi con il proprio dottore.

 

Reperibilità della ricotta di capra

La ricotta di capra si può trovare in commercio durante tutto l’anno.

 

Eventuali benefici e controindicazioni

Il latte di capra viene consigliato nell’alimentazione delle persone affette da ipertensione. Le vitamine e i minerali che contiene facilitano il buon funzionamento del metabolismo e sono portatrici di proprietà antiossidanti. Calcio, fosforo e magnesio collaborano anche a difendere la salute delle ossa e dei denti.

Più in generale, la ricotta di capra viene ritenuta un cibo particolarmente digeribile e tollerato caratterizzato da un alto valore nutrizionale. Per questo viene raccomandata sia ai bambini che a chi è affetto da problemi gastrici; è ritenuta anche un buon cibo per chi fa sport.

Però, la ricotta di capra è una fonte di grassi saturi e di colesterolo, e l’assunzione di questi nutrienti dovrebbe essere arginata, nello specifico, a non più del 10% delle calorie giornaliere e a un massimo di 300 mg al dì (le raccomandazioni degli esperti per adulti in buona salute). Inoltre la ricotta di capra costituisce anche una fonte di quantità importanti di sodio, il cui apporto giornaliere non dovrebbe oltrepassare i 2 g.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate sono solo indicazioni generali e non soppiantano in nessuna maniera l’opinione del dottore. Per assicurarsi un’alimentazione sana e bilanciata è sempre meglio fare affidamento sui consigli del proprio medico curante o di un esperto nutrizionista.

Omacetaxina

Omacetaxina

 

L’omacetaxina è indicata principalmente nel trattamento di alcune forme di leucemia mieloide cronica in alcuni pazienti.

Che cos’è l’omacetaxina?

L’omacetaxina agisce rallentando la crescita delle cellule tumorali.

Come si assume l’omacetaxina?

L’omacetaxina viene somministrata mediante iniezioni.

Effetti collaterali dell’omacetaxina

In alcuni pazienti che assumevano omacetaxina si è riscontrato una diminuzione del numero delle piastrione e della capacità di difendersi dalle infezioni e/o un aumento di zuccheri nel sangue.

Fra gli altri suoi possibili effetti avversi sono inclusi:

  • costipazione
  • tosse
  • diarrea
  • perdita dei capelli
  • mal di testa
  • dolore ad articolazioni, braccia, gambe, muscoli o schiena
  • perdita dell’appetito
  • lieve epistassi
  • lieve mal di stomaco
  • nausea
  • arrossamento, dolore o gonfiore al sito di iniezione
  • stanchezza
  • disturbi del sonno
  • debolezza
  • vomito

È importante informare subito il medico in caso di:

  • rash cutaneo
  • orticaria
  • prurito
  • difficoltà respiratorie
  • senso di oppressione o dolore al petto
  • gonfiore di bocca, volto, labbra o lingua
  • sangue nelle urine o nelle feci
  • feci scure
  • bruciori, intorpidimenti o pizzicore
  • confusione
  • sangue nell’espettorato
  • svenimenti
  • battito cardiaco accelerato, irregolare o rallentato
  • cambiamenti d’umore o del comportamento
  • debolezza da un solo lato del corpo
  • acufeni (fischi, ronzii o fruscii nelle orecchie)
  • convulsioni
  • capogiri o mal di testa forti o persistenti
  • stanchezza o debolezza forti o persistenti
  • forte mal di stomaco
  • fiato corto
  • difficoltà a parlare
  • gonfiore a mani, caviglie o piedi
  • gonfiore o indolenzimento di bocca o lingua
  • sintomi di un’infezione in corso
  • minzione aumentata, difficoltosa o dolorosa
  • lividi o emorragie
  • problemi alla vista
  • vomito che sembra caffè

Controindicazioni e avvertenze

L’omacetaxina può essere controindicata in caso di diabete non controllato.

Prima della somministrazione è importante informare il medico:

  • di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, a qualsiasi altro farmaco, ad alimenti o ad altre sostanze
  • dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori assunti, in particolare anticoagulanti, aspirina e Fans
  • se si soffre (o si ha sofferto) di problemi al midollo osseo, emorragie cerebrali, disturbi della coagulazione, diabete o iperglicemia
  • in presenza di casi di diabete o iperglicemia in famiglia
  • in caso di gravidanza o allattamento

È importante informare medici, chirurghi e dentisti dell’assunzione di omacetaxina.

Durante il trattamento è consigliato alle donne fertili l’utilizzo di contraccettivi efficaci.

L’omacetaxina può compromettere le capacità di guidare e di manovrare macchinari pericolosi. Questo effetto avverso può essere aggravato dall’alcol e da alcuni medicinali.

Tamarindo

Tamarindo

 

Che cos’è il tamarindo?

Si tratta del frutto del Tamarindus indica, specie che appartiene al gruppo delle Fabaceae (o Leguminosae). È originario dell’Africa, però cresce in tutte le zone subtropicali del pianeta: Africa, Asia del Sud, Sud America e Caraibi.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali?

100 g di tamarindo danno 239 Calorie e:

62,50 g di carboidrati

2,8 g di proteine

0,60 g di lipidi

5,1 g di fibre

3,5 mg di vitamina C

1,938 mg di niacina

0,428 mg di tiamina

0,143 mg di acido pantotenico

0,10 mg di vitamina E

0,066 mg di piridossina

30 UI di vitamina A

14 µg di folati

2,8 µg di vitamina K

628 mg di potassio

113 mg di fosforo

92 mg di magnesio

74 mg di calcio

28 mg di sodio

2,80 mg di ferro

1,3 µg di selenio

0,10 mg di zinco

0,86 mg di rame

Il tamarindo è fonte di beta-carotene (18 µg in 100 g), acido tartarico e numerosi fitocomposti, tra cui limonene, geraniolo, safrolo, acido cinnamico, metil salicilato e pirazina.

 

Quando non consumare il tamarindo?

Il tamarindo può disturbare l’assorbimento dell’aspirina e dell’ibuprofene.

 

Periodo di reperibilità/stagionalità

Il tamarindo arrriva a maturazione verso la fine della primavera e l’inizio dell’estate.

 

Eventuali benefici e controindicazioni

Da tempo la polpa del tamarindo fa parte della medicina popolare come lassativo, digestivo e rimedio a disturbi a fegato e cistifellea. Inoltre si consiglia per le sindromi da raffreddamento, la febbre, la nausea in gravidanza e i vermi intestinali nei bambini. Le molecole contenute nel tamarindo svolgono anche una leggera azione antibatterica e antimicotica. Una di queste assomiglia alla mucina, molecola che difende e rende umida la superficie della cornea; per questo gli esperti stanno studiando le potenzialità del tamarindo nella terapia dell’occhio secco e ci sono colliri a base di estratti di semi di tamarindo. Le sue fibre collaborano alla protezione dell’intestino da sostanze cancerogene e anche alla minimizzazione del colesterolo. Il potassio favorisce invece il controllo della frequenza cardiaca e la minimizzazione della pressione. Infine, l’acido tartarico è un forte antiossidante, così come altre proteine contenute nel frutto.

 

Disclaimer

Queste informazioni sono solo indicazioni generali e non soppiantano in nessuna maniera l’opinione del dottore. Per assicurarsi un’alimentazione sana e bilanciata è sempre meglio fare affidamento sui consigli del proprio medico curante o di un esperto nutrizionista.

Tacchino

Tacchino

 

Che cos’è la carne di tacchino?

Uccello galliforme di grande stazza, il tacchino fa parte della famiglia dei Meleagridi. Il tacchino comune (Meleagris gallopavo) è la specie più conosciuta e viene commercializzato in tutta l’America Settentrionale. Le femmine di tacchino hanno solitamente delle dimensioni più ridotte e un piumaggio distinguibile dai colori meno accesi. Esistono di diverse razze di tacchino da allevamento nel mondo per le carni, le uova e le piume. Certi esemplari raggiungono i 10-13 kg (per questo sono denominati giganti); le razze allevate in Italia sono di dimensioni minori.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali del tacchino?

Di solito la carne della coscia del tacchino ha più lipidi e meno proteine del petto. Mediamente 100 grammi di carne di carne cruda di tacchino privata della pelle contengono 107 Calorie e includono approssimativamente:

74 g di acqua

22 g di proteine

2,4 g di lipidi

63 mg di colesterolo

118 mg di sodio

235 mg di potassio

0,8 mg di ferro

11 mg di calcio

190 mg di fosforo

27 mg di magnesio

1,8 mg di zinco

9 µg di vitamina A retinolo eq.

0,05 mg di vitamina B1 o Tiamina

0,2 mg di vitamina B2 o Riboflavina

8 mg di vitamina B3 o Niacina (o vitamina PP)

0,6 mg di vitamina B6

7 µg di vitamina B9 o acido folico

1,24 µg di vitamina B12

0,2 µg di vitamina D

 

Quando non consumare la carne di tacchino?

A oggi non si conoscono interazioni fra il consumo di carne di tacchino e l’assunzione di medicinali o altre sostanze.

 

Reperibilità della carne di tacchino

La carne di tacchino si acquista durante tutto l’anno.

 

Eventuali benefici e controindicazioni

Numerosi sono i benefici che possono venire dal consumo di carne di tacchino, che ha proteine dal valore biologico elevato e molto ferro. Grazie a queste sue caratteristiche nutrizionali e grazie anche al fatto che si tratta di una carne tenera (quindi più facilmente masticabile e digeribile confronto ad altri tipi), il tacchino è facile da inserire in regimi alimentari anche di bambini, anziani e persone in convalescenza. Visto che è una carne altamente proteica e con ridotto contenuto di grassi, è anche uno dei tipi di carne più spesso presenti nei regimi alimentari dall’introito calorico scarso e nelle diete per gli atleti.

Non ci sono controindicazioni al consumo di carne di tacchino, che viene anzi consigliata principalmente a ragazzi, sportivi e anziani (a meno che non si abbia un’allergia specifica a questa carne).

 

Disclaimer

Le informazioni riportate sono solo indicazioni generali e non soppiantano in nessuna maniera l’opinione del dottore. Per assicurarsi un’alimentazione sana e bilanciata è sempre meglio fare affidamento sui consigli del proprio medico curante o di un esperto nutrizionista.

 

Semolino

Semolino

 

Che cos’è il semolino?

Si tratta di un prodotto che viene fatto dalla macinazione dei cereali. Si presenta in forma di granelli più o meno grezzi dal colorito giallognolo. Il semolino più comune è quello di frumento o grano duro. In base alla grandezza dei granelli, il semolino può suddividersi in semolini grossi (o semole) e in semolini fini (o semolini). Il semolino si può adoperare nella preparazione della pasta, per preparare o rendere più dense le minestre e per preparare il pane.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali del semolino?

100 grammi di semolino di frumento duro crudo contengono circa 350 Calorie e includono approssimativamente:

11 g di acqua

11 g di proteine

1,4 g di lipidi

79 g di carboidrati

68 g di amido

4 g di zuccheri

3 g di fibre

4 mg di sodio

192 mg di potassio

1,4 mg di ferro

22 mg di calcio

189 mg di fosforo

51 mg di magnesio

1,1 mg di zinco

0,3 mg di rame

2,7 µg di selenio

0,01 mg di vitamina B1 o Tiamina

0,02 mg di vitamina B2 o Riboflavina

2,5 mg di vitamina B3 o Niacina (o vitamina PP)

tracce di vitamina E

 

Quando non consumare il semolino?

A oggi non si conoscono interazioni fra il consumo di semolino e l’assunzione di medicinali o altre sostanze.

Il semolino contiene glutine e non può dunque venire mangiato da celiaci o da chi è affetto da intolleranza al glutine.

 

Stagionalità del semolino

Il semolino di frumento duro è un prodotto reperibile durante tutto l’anno senza alcuna difficoltà.

 

Eventuali benefici e controindicazioni

Il semolino di frumento duro si distingue per l’elevato potere calorico e un’alta digeribilità che ne fanno un cibo adeguato a venire mangiato da chiunque, ma principalmente da bambini, anziani e persone in convalescenza. Come succede per altri cibi fonti di carboidrati complessi come cereali (riso, orzo, farro, grano) e alimenti a base di cereali (fra cui pasta e pane), il semolino ha soprattutto un lento rilascio di glucosio nel sangue, garantendo all’organismo energia a lungo termine. La totale mancanza di colesterolo fa anche sì che questo cibo possa entrare anche nelle diete di persone affette da disturbi cardiovascolari.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate sono indicazioni generali e non soppiantano in nessuna maniera l’opinione medica. Per assicurarsi un’alimentazione sana e bilanciata è sempre meglio fare affidamento sui consigli del proprio medico curante o di un esperto nutrizionista.

Sedano

Sedano

 

Che cos’è il sedano?

Conosciuto come Apium graveolens, i tratta di una verdura che appartiene alla famiglia delle Ombrellifere. La pianta del sedano arriva a un’altezza di circa 80 centimetri e le sue foglie hanno il margine tipicamente seghettato. La radice è fittonante, cioè stretta e lunga ed entra profondamente nella terra. Il tipo di sedano con radice grossa è il “sedano rapa”. Il sedano si può consumare crudo o cotto e può anche centrifugare per berlo in forma di succo.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali?

100 grammi di sedano crudo danno 20 Calorie suddivise così:

46% proteine

9% lipidi

45% carboidrati

Nello specifico 100 grammi di sedano crudo hanno:

88,3 g di acqua

2,3 g di proteine

0,2 g di lipidi

0 mg colesterolo

2,4 g di carboidrati disponibili

0,2 g di amido

2,2 g di zuccheri solubili

1,6 g di fibra totale (fibra solubile 0,18 g; fibra insolubile 1,41 g)

140 mg di sodio

280 mg di potassio

0,5 mg di ferro

31 mg di calcio

45 mg di fosforo

16 mg di magnesio

1,24 mg di zinco

0,11 mg di rame

3 µg di selenio

0,06 mg di tiamina (vitamina B1)

0,19 mg di riboflavina (vitamina B2)

0,2 mg di niacina (vitamina B3 o vitamina PP)

207 µg di vitamina A retinolo equivalente

32 mg di vitamina C

 

Quando non consumare il sedano?

Non si conoscono interazioni fra il consumo di sedano e l’assunzione di medicinali o altre sostanze.

 

Stagionalità del sedano

Il sedano si raccoglie fino a ottobre, anche se questa verdura si trova nei nostri mercati per tutto l’anno.

 

Eventuali benefici e controindicazioni

Grazie all’alta quantità di fibre, il sedano accresce il senso di sazietà e collabora alla riduzione della presenza di colesterolo e trigliceridi nel sangue. La presenza di certe molecole (fenolo, inositolo) ottimizza l’attività dell’intestino e minimizza la presenza di gas. Certi fitonutrienti che contiene sono anche validi nemici dell’ipertensione perché collaborano con certi ormoni che controllano la pressione del sangue. Ha anche delle fondamentali proprietà diuretiche. L’ingente presenza di vitamina A combinata al potere disintossicante di questo ortaggio rendono il sedano adeguato anche per molte tipologie diverse di infiammazioni. Per riuscire a sfruttare tutte le proprietà benefiche la cosa migliore è mangiarlo crudo, però anche cotto al vapore. L’importante è non cuocere troppo a lungo.

È bene fare attenzione al consumo di questa verdura in caso si soffrisse di patologie renali, perché certe delle sostanze che si trovano nel sedano possono essere irritanti per i reni. Il sedano può anche provocare una crescita della sensibilità della cute ai raggi solari.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate sono solo indicazioni generali e non soppiantano mai in nessuna maniera l’opinione del dottore. Per assicurarsi un’alimentazione sana e bilanciata è sempre meglio fare affidamento sui consigli del proprio medico curante o di un esperto nutrizionista.

Salicornia

Salicornia

 

Che cos’è la salicornia?

La salicornia – chiamata anche “asparago di mare” a ragione della sua somiglianza con l’asparago selvatico, però conosciuta anche come salicot, finocchio di mare o fagiolo di mare – è una pianta erbacea che appartiene alla famiglia delle Chenopodiaceae che cresce spontanea lungo le rive, principalmente nelle paludi salmastre, dove crea i cosiddetti salicornieti; inoltre la si può trovare anche negli acquitrini, lungo i canali e, meno di frequente, su terreni argillosi. Specialmente facile da trovare nel bacino del Mediterraneo, è tipica anche di altre regioni Europee, in Asia e nell’America Settentrionale.

In cucina si adoperano solo i germogli e le parti giovani e tenere.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali della salicornia?

La salicornia è fonte di:

vitamina C

vitamine del gruppo B

iodio

bromo

Inoltre la salicornia è anche fonte di ossalati, mucillagini e pectine.

 

Quando non consumare salicornia?

Non sono state rilevate interazioni fra il consumo di salicornia e l’assunzione di medicinali o altre sostanze. In presenza di dubbi è meglio consigliarsi con il proprio dottore.

 

Stagionalità della salicornia

La stagione della salicornia comincia a maggio e finisce a settembre. È meglio mangiarla entro 15 giorni dalla raccolta; nel frattempo si conserva tra gli 8 e i 16 °C.

 

Eventuali benefici e controindicazioni

Alla salicornia vengono ascritte proprietà depurative e rinfrescanti. Il suo succo, pieno di iodio, si consiglia nella terapia dell’ipotiroidismo; inoltre il suo apporto di vitamina C collabora alla prevenzione dello scorbuto.

Il sapore della salicornia è già salato di suo. Questa particolarità può essere sfruttata per non aggiungere altro sale durante la sua preparazione, in maniera da non avere un apporto troppo alto di sodio con l’alimentazione.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate sono solo indicazioni generali e non soppiantano in nessuna maniera l’opinione del medico. Per assicurarsi un’alimentazione sana e bilanciata è sempre meglio fare affidamento sui consigli del proprio medico curante o di un esperto nutrizionista.

Riso glutinoso

Riso glutinoso

 

Che cos’è il riso glutinoso?

Si tratta di un cereale originario dell’Asia. Chiamato anche riso appiccicoso, riso dolce, riso ceroso, riso perla, riso botan, riso mochi o biroin chal, nonostante il suo nome non contiene glutine, e perciò può essere inserito nell’alimentazione di chi è affetto da celiachia. Il termine “glutinoso” viene dal fatto che una volta cucinato questo riso è molto appiccicoso (l’aggettivo latino glutinosus infatti significa “viscoso, colloso”) a ragione dell’importante quantità di amilopectina (una delle due componenti dell’amido) che lo distingue.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali del riso glutinoso?

100 g di riso glutinoso danno circa 97 Calorie.

 

Per quanto concerne i macronutrienti, 100 g di riso glutinoso danno:

21 grammi di carboidrati, tra cui:

0,1 grammi di zuccheri liberi

1 grammo di fibra

2 grammi di proteine

0,2 grammi di lipidi, fra cui:

0,1 grammi di acidi grassi monoinsaturi

0,1 grammi di acidi grassi polinsaturi

 

Tra le vitamine e i minerali, 100 g di riso glutinoso danno:

5 mg di magnesio

2 mg di calcio

0,1 mg di ferro

 

Quando non consumare il riso glutinoso?

Non ci sono condizioni in cui mangiare il riso glutinoso potrebbe disturbare l’assunzione di medicinali o altre sostanze. In presenza di dubbi è sempre meglio consigliarsi con il proprio dottore.

 

Periodo reperibilità/stagionalità

Il riso glutinoso si trova facilmente sul mercato tutto l’anno.

 

Eventuali benefici e controindicazioni del riso glutinoso

Inserire il riso glutinoso nella propria alimentazione giornaliera collabora a appagare i fabbisogni giornalieri di carboidrati, che in accordo con le più recenti raccomandazioni si trovano (per un adulto in buone condizioni di salute) tra il 45 e il 60% delle calorie giornaliere. L’ultima edizione dei LARN (i Livelli di assunzione di riferimento per la popolazione italiana) esorta a consumare carboidrati soprattutto in forma di fonti alimentari amidacee a basso indice glicemico. Quello del riso è mutevole in base ai casi tra 48 a 112, quindi potrebbe essere ritenuto intermedio-elevato. Non si può però neanche scordare che quello che conta è prima di tutto il carico glicemico dell’intero pasto invece che quello di solo uno degli ingredienti.

Il calcio e il magnesio del riso glutinoso collaborano alla protezione della salute di ossa e denti.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate sono indicazioni generali e non soppiantano in nessuna maniera l’opinione medica. Per assicurarsi un’alimentazione sana e bilanciata è meglio fare affidamento sui consigli del proprio medico curante o di un esperto nutrizionista.

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